I negoziati dell'Autorità
internazionale per i fondali marini (Isa) si concludono oggi
senza alcun via libera alle estrazioni minerarie in alto mare.
Lo afferma Greenpeace osservando che "le compagnie interessate a
trasformare i fondali marini in miniere di metalli rari non
potranno iniziare a saccheggiare gli oceani come avrebbero
voluto: cresce infatti l'opposizione con oltre 20 governi che
chiedono uno stop".
Louisa Casson, responsabile della campagna Oceani di
Greenpeace International, spiega che "grazie anche alla
crescente mobilitazione dell'opinione pubblica, è chiaro che la
maggior parte dei governi non è disposta a liberalizzare la
distruzione degli oceani".
Greenpeace ritiene che "per bloccare quest'industria
distruttiva serva una moratoria che ponga al centro la
protezione degli oceani e chiede che un numero maggiore di
governi si esprima in favore della loro salvaguardia".
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