"La riforma del Codice della Strada
del ministro Salvini, che promette di salvare vite, non cambierà
significativamente le statistiche attuali, limitandosi a
intervenire per inasprire le pene per chi commette abusi alla
guida (meno del 10% degli incidenti mortali), accanendosi sulla
ciclabilità e la micromobilità elettrica e sulle limitazioni al
traffico come le ztl e gli autovelox, limitando l'autonomia dei
Comuni nella progettazione e regolazione della mobilità urbana".
Lo sostiene in un comunicato congiunto, in occasione della
Giornata mondiale delle vittime della strada, la coalizione
#Città30Subito!, promossa da Legambiente, Fiab-Federazione
Italiana Ambiente e Bicicletta, Asvis, Kyoto Club,
Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, Amodo e Clean
Cities Campaign.
"La sicurezza stradale - spiega la coalizione - soprattutto
nei centri urbani, che sono teatro del 73% degli incidenti, deve
essere attuata attraverso politiche di moderazione della
velocità, di disincentivazione all'utilizzo degli autoveicoli
(soprattutto privati) e di incentivazione all'utilizzo di mezzi
alternativi ed ecosostenibili, quali il trasporto pubblico
urbano e la mobilità attiva, cioè quella in biciclette o a
piedi. Questa la proposta di riforma del Codice che chiediamo a
gran voce da mesi e che portiamo avanti facendoci promotori del
disegno di legge per le 'Città 30' (il limite di velocità a 30
km all'ora nei centri urbani, n.d.r.)".
Per la coalizione "i dati di tutte le città europee che hanno
adottato il modello 'Città 30' provano che è possibile dare
spazio alla vita e alla sicurezza delle persone prima di tutto".
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