E' cresciuto del 46% a 120 miliardi
di dollari (109,5 miliardi di euro) il conto dei disastri da
calamità naturali nei primi 6 mesi dell'anno rispetto alla media
dell'ultimo decennio. Lo afferma Swiss Re, specializzata nelle
riassicurazioni, sottolineando che in Emilia Romagna si è
verificato "l'evento meteorologico più costoso dal 1970 ad oggi"
con 10 miliardi di dollari (9,1 miliardi di euro) di danni, di
cui solo 0,6 assicurati. "Un 'gap assicurativo' del 94% - spiega
il gruppo - che andrebbe almeno in parte colmato per aiutare
famiglie e imprese a rafforzare la propria resilienza contro le
catastrofi naturali".
Nel conto complessivo dei 120 miliardi Swiss Re include anche
le "violente" tempeste negli Stati Uniti, il terremoto in Siria
e Turchia, ma anche l'alluvione dell'Emilia-Romagna fanno
crescere ancora la conta dei danni dovuta alle catastrofi
naturali. Del totale delle perdite solo 50 miliardi di dollari è
assicurato. Un dato che deve far riflettere in quanto "nel mondo
il conto delle calamità cresce con una media costante tra il 5%
e il 7% ogni anno a causa del riscaldamento climatico, ma anche
dalla rapida urbanizzazione e dal maggior valore dei beni
assicurati".
"Gli effetti del cambiamento climatico - afferma il
responsabile degli economisti del gruppo Jérôme Jean Haegeli -
si manifestano in eventi meteorologici sempre più estremi e ne
vediamo le conseguenze nelle ondate di calore o nei periodi di
siccità, come anche nelle forti piogge e nelle inondazioni".
"Pesano poi la modifica dei territori delle aree costiere e
fluviali - prosegue - e l'urbanizzazione verso territori prima
naturali" che formano una "combinazione difficilmente
reversibile contro la quale è necessario avere prodotti
assicurativi economici". "Dobbiamo investire di più per
adattarci al clima - conclude - e dobbiamo farlo ora".
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