Fare il punto sullo stato
dell'arte dei processi di sostenibilità ambientale e adozione di
soluzioni digitali tra i porti di Italia, Slovenia e Croazia,
analizzandone sfide e possibili strategie congiunte.
Questo il focus di un convegno svoltosi oggi a Trieste e
organizzato dall'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico
orientale con Regione Fvg.
Negli ultimi anni i porti che si affacciano sulla sponda
adriatica dei tre Paesi hanno collaborato per migliorare
prestazioni ambientali ed efficienza attraverso soluzioni
telematiche, sia in seno al Napa sia nell'ambito di progetti
co-finanziati da fondi europei. Su 11 progetti in corso a cui
partecipa il porto di Trieste con un budget di circa 43,5
milioni, 5 riguardano la decarbonizzazione, 3 la
digitalizzazione e 3 la costruzione di nuove infrastrutture. Le
conoscenze sviluppate sono state condivise con più di trenta
realtà di 11 Paesi Ue.
Oggi sono stati illustrati i risultati di queste iniziative
ed è stato firmato un protocollo tra gli scali di Italia,
Slovenia e Croazia per la creazione di un sistema di
cooperazione transfrontaliera nell'ambito della
decarbonizzazione. "Oggi si ribadisce la centralità del
corridoio Adriatico-Baltico. Va rilevato anche il ruolo cruciale
che sta giocando il mare Adriatico sia dal punto di vista
trasportistico e logistico sia geopolitico. I porti d'Italia,
Slovenia e Croazia stanno dimostrando di saper fare sistema
scommettendo sul tema della ricerca a livello transnazionale",
ha sottolineato il presidente dell'Authority, Zeno D'Agostino.
Al meeting ha partecipato anche Anne Jensen, coordinatrice
europea del Corridoio Adriatico-Baltico, che ha visitato il
porto di Trieste.
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