Nel 2021 la quota Ue di consumi
energia da rinnovabili sul totale si è fermata al 21,8%.
Rispetto al 2020, si tratta di una flessione di 0,3 punti
percentuali e la prima diminuzione mai registrata. Lo certifica
Eurostat, che sottolinea come il risultato sia "ben al di sotto"
della traiettoria per arrivare all'obiettivo del 32% al 2030,
fissato dalla Direttiva rinnovabili del 2018. "Ancora più vero -
prosegue Eurostat - se si tiene conto del fatto che nel 2021 la
Commissione ha pubblicato la sua proposta di modifica della
direttiva sulle energie rinnovabili, in cui mira ad aumentare
questo obiettivo al 40%, con il piano REPowerEU nel 2022 che
aumenta ulteriormente questo obiettivo al 45%".
I Paesi Ue con il maggior contributo di rinnovabili al mix
energetico - che alzano la media Ue anche di molti punti - sono
quelli del Nord Europa, (Svezia, Finlandia, Stati baltici) e
l'Austria, tutti caratterizzati da un mix rinnovabile basato
principalmente su biomasse forestali e idroelettrico. Spagna,
Francia, Germania e Italia sono poco sotto la media Ue. Le
percentuali più basse di rinnovabili sono state registrate in
Lussemburgo (11,7%), Malta (12,2%), Paesi Bassi (12,3%), Irlanda
(12,5%) e Belgio (13%).
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