Ogni anno vengono prodotti circa 150
miliardi di capi di abbigliamento nel pianeta. Circa il 20%
rimane invenduto. Meno dell'1% viene riciclato in nuovi capi di
abbigliamento e il settore è responsabile di circa il 10% delle
emissioni globali di gas serra che si stima aumenteranno del 60%
nei prossimi dieci anni.
Sono i dati illustrati dal ministro delle Imprese e del made
in Italy, Adolfo Urso, alla presentazione del "Phygital
sustainability expo",
il summit sulla sostenibilità nella moda
e del design organizzato da Sustainable fashion innovation
society.
Questi dati, secondo il ministro, "spiegano il bisogno di una
rivoluzione verde per rivedere il modo di produrre, raccogliere
le materie prime e soprattutto ripensare i modelli a noi
familiari, anche di utilizzo dei capi di abbigliamento".
"Occasioni come quelle del Phygital Sustainability Expo sono
fondamentali nel percorso della transizione sostenibile" ha
dichiarato Urso.
Il summit sulla sostenibilità nella moda e nel design si
terrà a Roma nel complesso archeologico dei Mercati di Traiano
dal 5 al 6 luglio. Tra le novità di questa edizione c'è la
sfilata narrata, dove vengono raccontati gli aspetti di
sostenibilità e l'impronta ecologica di ogni capo e
un'esperienza di realtà aumentata per vedere con i propri occhi
l'impatto del fast fashion sull'ambiente. Saranno presentati,
per esempio, un abito lungo realizzato in Biofeel eleven, un
filato 100% bio-based e 100% riciclabile, e una camicia di un
cotone biologico coltivato in Puglia senza alcun uso di prodotti
chimici e con musica a frequenze benefiche per la pianta.
"Il Phygital sustainability expo rappresenta l'evento di
riferimento per il settore perché riunisce istituzioni, imprese
e territorio in modo da valorizzare il sistema produttivo,
creativo e manifatturiero del Made in Italy, accelerando così il
processo della transizione ecosostenibile nella moda e nel
design", ha dichiarato la presidente di Sustainable fashion
innovation society, Valeria Mangani.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA