Come misurare la sostenibilità e
rendere tangibile - magari in etichetta - l'impatto economico,
sociale e ambientale di un prodotto. E' stato questo il tema del
convegno "La misura della sostenibilità" promosso dal
presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Filippo
Gallinella, con istituzioni e aziende, per fare il punto sul
tema anche alla luce dei 17 obiettivi di Agenda 2030.
Al convegno sono stati presentate esperienze come il progetto
Viva che misura la sostenibilità del settore vitivinicolo o il
certificato B-Corp, per le cosiddette società benefit che
fissano fin dal loro statuto l'impegno a condurre l'attività
economica in modo che abbia un impatto positivo su persone e
ambiente. Si tratta di un modello che è stato adottato già da
120 mila realtà in 150 settori e 72 paesi.
Gallinella ha sottolineato l'importanza di lavorare subito
per creare un 'misuratore' unico della sostenibilità attraverso
un percorso condiviso tra politica e aziende, in modo da evitare
che
la sostenibilità diventi un nuovo caso di nutriscore, il sistema
di etichettatura a semaforo dei prodotti alimentari, dove ognuno
è libero di identificare alimenti 'buoni' o 'cattivi' per la
salute.
"Dobbiamo definire questo concetto con dei numeri, altrimenti
se ognuno si inventa la sua sostenibilità finisce allo stesso
modo del nutriscore, dove ogni paese decide la sua
etichettatura", ha
detto Gallinella, secondo il quale l'Italia "potrebbe fissare i
parametri della sostenibilità, in modo tale da definire uno
standard entro il quale decidere chi è sostenibile e chi no".
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