Alleanza per il fotovoltaico,
associazione fra le imprese italiane del settore, in un
comunicato "esprime sgomento e preoccupazione per l'imminente
approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, di un decreto
legge che intende vietare definitivamente lo sviluppo di
impianti fotovoltaici su qualunque tipo di terreno agricolo. Il
governo italiano intende così sferrare l'offensiva finale alla
transizione energetica, schierandosi senza alcun senso critico
sulle posizioni ideologiche e populiste portate avanti dalla
principale associazione nazionale dei coltivatori diretti".
"Non c'è nessun conflitto reale tra lo sviluppo delle
rinnovabili e l'agricoltura - prosegue l'associazione", secondo
la quale "soltanto 17.000 ettari di superficie agricola sono
attualmente occupati da impianti fotovoltaici, ed anche se
volessimo installare a terra tutta la potenza fotovoltaica
prevista in Italia dal Pniec per il raggiungimento degli
obiettivi al 2030, sarebbero necessari non più di ulteriori
80.000 ettari circa (appena lo 0,6% della superficie agricola
nazionale)".
"Sorprende, quindi, che appena una settimana dopo la
conclusione del G7 sul clima e il documento finale sottoscritto
alla Venaria Reale di Torino per triplicare entro il 2030
l'energia prodotta da fotovoltaico, il Governo Italiano faccia
completamente il contrario di quanto si è impegnato a fare con
gli altri partner internazionali. Se la norma in discussione
oggi in Consiglio dei Ministri dovesse essere approvata, si
impedirebbe la realizzazione di oltre l'80% degli impianti
fotovoltaici necessari, bloccando la messa a terra di oltre 50
miliardi di euro di investimenti, senza riuscire a tagliare i
costi dell'energia elettrica, una priorità per le famiglie e le
imprese.
"Le aziende del fotovoltaico non fanno politica - conclude la
nota -, non danno tessere agli associati e non bloccano il paese
con i trattori, ma offrono la possibilità di raggiungere gli
obiettivi della transizione creando posti di lavoro e sviluppo
su territori che ne hanno bisogno, investendo capitali privati
senza costi per la collettività. Forse per questo siamo meno
attraenti elettoralmente, ma non ci interessa esserlo".
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