"L'Italia non è su un sentiero di
sviluppo sostenibile e la crisi indotta dalla pandemia rende
ancora più impervio il cammino verso il piano d'azione
sottoscritto da tutti i paesi dell'Onu", e "le nostre analisi
dimostrano i danni che la crisi sta determinando e determinerà,
ma anche la possibilità che innovative politiche pubbliche e
lungimiranti strategie aziendali siano in grado di trasformare
il nostro Paese rendendolo più resiliente, sostenibile ed equo,
come indicato nei documenti della Commissione europea". Così il
portavoce dell'ASviS, Enrico Giovannini al tavolo degli Stati
Generali dell'Economia.
L'ASviS segnala alcune azioni di carattere trasversale che
aiuterebbero il Paese a "rimbalzare avanti" verso uno sviluppo
maggiormente sostenibile: la semplificazione delle procedure
amministrative, il ripensamento del ruolo dello Stato, a
integrazione e supporto dell'azione del settore privato,
l'accelerazione della transizione digitale come driver per lo
sviluppo sostenibile, la salvaguardia e il rafforzamento
dell'infrastruttura culturale, compreso lo sviluppo della
didattica a distanza.
I rappresentanti dell'ASviS hanno anche illustrato il "pacchetto
di investimenti a favore dello sviluppo sostenibile per le città
e i territori", che prevede interventi per 202 miliardi di euro
in dieci anni nei campi della "transizione verde", la
trasformazione digitale, la sanità e la lotta alla povertà.
Infine, sono state presentate le proposte avanzate
dall'iniziativa #educAzioni, per l'avvio di un programma
straordinario finalizzato a tutelare i diritti delle bambine,
dei bambini e degli adolescenti di fronte all'emergenza. Il
piano si articola su cinque azioni: partire dai primi mille
giorni (iniziativa per la fascia d'età 0-6 anni); aprire le
scuole e fare comunità educante; iniziative perché nessuno venga
lasciato indietro; investire sull'educazione per investire sul
futuro; un piano strategico nazionale sull'infanzia e
l'adolescenza.
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