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Attacco hacker server Asl L'Aquila, verso settimane blocco

Attacco hacker server Asl L'Aquila, verso settimane blocco

Tiberti (Univaq): attacco di tipo 'ransomware' con dati criptati

L'AQUILA, 06 maggio 2023, 17:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Potrebbero volerci settimane per risolvere il blocco informatico alla Asl 1 Avezzano-L'Aquila-Sulmona. Una situazione che mette in affanno reparti e ambulatori di tutta la provincia che in questi giorni stanno lavorando utilizzando carta e penna, persino il fax.
    Il caos informatico è stato provocato da un gruppo di cybercriminali riconducibile al cosiddetto "Gruppo Monti" che avrebbe trafugato materiale per centinaia di gigabyte. Con esattezza, il Centro elaborazione dati della Asl non è in grado di stabilire quanti e quali dati siano stati oggetto di hackeraggio.
    Una task force è al lavoro nel tentativo di cercare di far fronte al blocco totale ai sistemi mentre, al contempo, si cercano di garantire servizi essenziali come terapie e ricoveri a partire dai soggetti più a rischio. L'attività del laboratorio analisi è ridotta sensibilmente e il centro trasfusionale ha difficoltà a processare le informazioni relative alle sacche di sangue.
    "Si è trattato di un attacco di tipo 'ransomware' - spiega Walter Tiberti, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell'Informazione e Matematica (Disim) all'Università dell'Aquila -. In altre parole, abbiamo a che fare con un sistema in grado di entrare nei dispositivi criptando i dati per poi poter chiedere un riscatto per decriptare le informazioni".
    In altri casi, i dati vengono sottratti e spariscono dai server attaccati.
    "Il problema - prosegue Tiberti - che anche pagando il riscatto non si ha garanzia del ripristino delle informazioni.
    In maniera preventiva andrebbero fatte diverse operazioni di backup, se non sono state fatte prima adesso è già tardi". Anche un backup non impedisce agli hacker di divulgare dati sensibili dei pazienti, come ecografie e positività da virus come Hiv.
    Molto difficile secondo il ricercatore, "risalire alla ricerca dell'identità dei responsabili. Siamo nell'era di Chat Gpt ed è possibile cambiare indirizzo Ip in pochi istanti, così come generare immagini con intelligenza artificiale - sottolinea - sul web è molto difficile fare discernimento tra un'informazione vera o falsa. Si può solo fare prevenzione contro il cyber-crimine, ma la realtà è ben complicata".
   

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