"Come ha giustamente affermato
con decisione la FIPE Nazionale, la Federazione che ci
rappresenta nelle interlocuzioni con il Governo, è assolutamente
ingiustificata la proroga del controllo del green pass per
accedere a bar e ristoranti al chiuso anche dopo il 31 marzo e
quindi oltre la fine dello stato di emergenza Covid". A
sottolinearlo è Gabriele Armenti dell'Associazione Provinciale
Ristoranti/Confcommercio.
"Il controllo del certificato verde a carico di noi
esercenti per l'accesso ai pubblici esercizi era ed è una misura
emergenziale - aggiunge - e come tale, a rigor di logica,
dovrebbe essere superata nel momento in cui si conclude lo stato
d'emergenza. Continuare ad imporci questo impegno per altri
trenta giorni, in un momento determinante per la ripresa delle
nostre attività, quale è l'avvio della primavera e con la Pasqua
alle porte, non ha più alcuna giustificazione. Si tratta di un
costo inutile in quanto quotidianamente tale obbligo ci impone
di dedicare almeno una persona a questo compito a fronte di un
numero minoritario di 'no vax' che ha già deciso, a prescindere,
di non vaccinarsi".
"Siamo stati in prima linea, da subito, nel sostenere, senza
se e senza ma, la campagna vaccinale e le varie misure
introdotte - prosegue - , green pass incluso, ma oggi era
arrivato il momento di restituire un po' di respiro alle nostre
imprese, piegate da due anni di pandemia, da un aumento
esorbitante dei costi dell'energia e delle materie prime
alimentari e dall'assenza di flussi turistici. Ci auguriamo che
ci possa essere un ripensamento al riguardo da parte del Governo
o che vengano varate, a fronte delle restrizioni che continuano
a penalizzarci, forme di compensazioni economiche".
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