"La politica la smetta di
giocare: non si capisce perché la generazione che ha fatto
grande il nostro Paese ha studiato sotto i bombardamenti e
creato il miracolo italiano del dopoguerra, mentre i nostri
figli, che hanno a disposizione strumenti tecnologici avanzati,
che tra qualche decennio saranno dispositivi determinanti per la
formazione, non possono, per tre settimane, rimanere a casa e
studiare in Dad per contrastare un contagio che sta impazzando e
preoccupando l'Italia e il mondo". Così il deputato abruzzese di
Fi Antonio Martino sul dibattito in atto tra le forze politiche,
i sindacati e i presidi in merito al ritorno a scuola lunedì
prossimo 10 gennaio.
"Il ministro per l'Istruzione Bianchi la smetta di ragionare
per dogmi e ascolti il grido di allarme dei presidi che sono
professionisti in prima linea nella istituzione scolastica e
quindi percepiscono il pericolo di un'ulteriore accelerazione
dei contagi dovuta alla variante omicron, se si dovesse tornare
in classe proprio nel pieno dell'impennata - conclude Martino -
Più che una decisione politica sembra una scelta di buonsenso".
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