"Abbiamo finalizzato una lunga
indagine contro una organizzazione mafiosa nigeriana. Le
indagini non nascono dal nulla, ma da un terreno di conoscenze
nel momento in cui si ragiona tanto sulla presenza e la
integrazione degli stranieri in Italia, dobbiamo tener presente
che non c'è integrazione senza regole". Così il procuratore capo
dell'Aquila, Michele Renzo, capo della procura distrettuale
antimafia abruzzese, nella conferenza stampa all'Aquila per
illustrare la operazione che ha portato a sgombrare una
pericolosa ed organizzata organizzazione criminale nigeriana.
"Le indagini sono partite nel 2018, ricostruendo con
puntiglio l'attività di questa organizzazione che risponde agli
schemi dell'associazione mafiosa, ovvero dominio di un gruppo,
imposizione del dominio con l'uso della minaccia della violenza,
capacità di imporre le proprie regole - spiega ancora -. 'Black
Axe' è una confraternita universitaria nata negli anni '50 con
le migliori intenzioni anti razzista e anti-colonialista, per
poi degenerare in organizzazione mafiosa. Quando si pensa alla
mafia nigeriana non dobbiamo pensare solo a spaccio e
prostituzione, è una organizzazione che ha metodi sofisticati di
criminalità economica. Una mafia che sta compiendo un ulteriore
passo dalla violenza defragrante che incide sugli individui alla
violenza sul sistema, perché questo è la criminalità economica.
Nelle intercettazioni ha trovato conferma la consapevolezza
propria pericolosità, la necessità di non dare nell'occhio,
aspetto a cui attribuivano moltissima importanza".
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