Ci sono 'prime volte' anche se hai
92 anni, sei un mostro sacro della musica e hai venduto 300
milioni di dischi. E' il caso del debutto in Arena a Verona di
Charles Aznavour, che stasera sera terrà il suo unico concerto
in Italia. Cantare nel più grande teatro all'aperto del mondo
certo non lo spaventa, ma confessa di "preferire spazi più
raccolti, dove il pubblico è più vicino. Non amo che gli
spettatori troppo lontani dal palcoscenico". Nel concerto
veronese, proporrà "tre-quattro canzoni in francese in più
rispetto a quelle italiane, perché non è facile". Un inedito
quindi il suo concerto nel tempio della lirica: "Finora l'opera,
come la musica classica - dice - è vista come cosa da
intellettuali, ma non lo è affatto. E' molto popolare. Anche
loro, i compositori di opera, volevano fare delle canzoni! E ne
hanno fatte di meravigliose". Una carriera con numeri da record,
ma nonostante ciò Aznavour - che confida di detestare il
soprannome 'Aznavoice' - mantiene un tono modesto: "Sono solo un
artigiano".
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