"Dai dati di flusso forniti
dall'Osservatorio economico e sociale regionale emerge che nel
2002 gli emigranti valdostani all'estero erano 60 (e gli
emigranti verso altre regioni italiane 1.148), mentre nel 2022
gli emigranti all'estero erano 391 (e gli emigranti verso le
altre regioni italiane 1.201). Di questi 391 emigrati nel 2022,
106 erano "stranieri" ovvero persone immigrate in Valle d'Aosta,
che hanno lasciato la regione e hanno trasferito la propria
residenza altrove (nel Paese di origine o in un altro Stato)". A
fornire i dati è stato il presidente della Regione Valle
d'Aosta, Renzo Testolin, rispondendo in aula ad un'interpellanza
sull'emigrazione dei valdostani all'estero presentata dalla Lega
Vda.
"Per quanto riguarda le fasce d'età - ha aggiunto - i dati
disponibili mostrano che, di questi 391 emigranti, 198 erano di
età compresa tra i 18 ei 39 anni, circa il 50%. I giovani
valdostani vanno all'estero per cercare migliori prospettive di
studio e di lavoro, una migliore qualità della vita, ambienti
che premino il merito individuale, la possibilità di progettare
un futuro a lungo termine. L'emigrazione è un fenomeno complesso
che comprende anche il calo della natalità e l'attrattività
della Valle d'Aosta e dell'Italia". "L'obiettivo dovrebbe essere
quello di creare le condizioni - ha concluso Testolin - affinché
la mobilità possa essere possibile in entrambe le direzioni: la
possibilità di lasciare la Valle per studiare, lavorare, fare
esperienza e realizzare progetti di vita, ma anche la
possibilità di ritornarci. La giunta regionale cerca di creare
opportunità in termini di crescita, ricerca, diversità dei posti
di lavoro e proposta di remunerazioni adeguate per il lavoro
nelle attività, nelle pubbliche amministrazioni e nelle imprese
del territorio, così da diventare un punto di arrivo e non solo
di partenza".
"Si tratta di un fenomeno - la replica della Lega Vda - di tipo
sociologico prima ancora che economico: la Valle d'Aosta è
percepita come un luogo di transito, dove si nasce o si cresce
ma che si può lasciare per altri luoghi. È dunque necessario
poter lavorare su dati specifici e investigare a fondo le
motivazioni personali, e non generali, che sono alla base della
scelta di emigrare".
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