"Non possiamo permettere che le
imprese che abbiano ricevuto un contributo a fondo perduto e
siano costrette a chiudere si ritrovino a essere debitrici della
Regione". E' la posizione del gruppo consiliare Pour l'Autonomie
riguardo alla legge 8/2020 che prevede l'impegno di non cessare
l'attività entro un anno per le aziende che sono destinatarie di
contributi a fondo perso legati all'emergenza sanitaria, pena
l'obbligo di restituire i contributi ricevuti.
"Si tratta di aziende - osserva il Consigliere Mauro Baccega -
che nonostante le difficoltà hanno voluto crederci e si sono
impegnate a rispettare i protocolli e ad adeguare le proprie
strutture, ma che oggi non riescono a far fronte a questa nuova
crisi. In molti casi i ricavi di questo periodo sono bassissimi,
e per altri ci si ritrova in categorie che sono escluse dal
"Decreto ristori". La chiusura di un'attività comporta molte
spese, dagli stipendi arretrati al Tfr, fino a quelle di affitto
e fornitori ancora in sospeso. Molte aziende diventeranno
inevitabilmente debitrici della Regione: debitrici di cosa?
Della mancata restituzione di un contributo a fondo perso.
Rischiamo di indirizzarli verso l'usura e prestiti personali che
non potranno onorare".
"La seconda ondata dell'epidemia è stata più invasiva,
aggressiva e rapida rispetto a quella di febbraio - conclude
Baccega - mettendo ulteriormente in difficoltà il sistema
economico e colpendo anche i giovani. Non possiamo non cogliere
il grido d'allarme che viene dalle associazioni di categoria e
dalla nota congiunturale presentata dalla Banca d'Italia.
Chiediamo di istituire una commissione di lavoro per predisporre
nuove misure a sostegno delle imprese, soprattutto per
pianificare gli investimenti per la ripresa"
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