In Valle d'Aosta c'è un lavoratore frontaliero ogni 1.000 abitanti. Il dato è stato fornito dal professor Massimo Zanetti (Univda) durante il convegno "Ridisegnare nuovi confini" dedicato al lavoro transfrontaliero e ospitato nella sede del Celva.
"E' un fenomeno è agli inizi in Valle d'Aosta", ha spiegato il docente di Sociologia generale dell'ateneo valdostano, su cui ha pesato il recente inserimento di 51 comuni nell'elenco di quelli "frontalieri".
"La Svizzera - ha aggiunto Zanetti - è il paese con la migliore performance dal punto di vista salariale. Dal 1990 ad oggi invece la situazione dei salari in Italia è drammatica. Sul territorio elvetico c'è una forte domanda di lavoro e la disoccupazione è praticamente inesistente. Cresce la richiesta di lavoro qualificato, in particolare nei settori ricettivo e di ristorazione". Tra gli occupati stranieri in Svizzera il 21,8% sono frontalieri: quelli italiani sono circa 90.000 (215.000 i francesi e 65.000 i tedeschi). In Valle d'Aosta risultano esserci 122 lavoratori frontalieri, con una crescita del 1000% in dieci anni. A guidare l'attrattività è la regione del Lemano.
Inoltre fattori decisivi sono la crescita del lavoro da casa e la flessibilità degli orari.
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