(di Enrico Marcoz)
Uccisa per annullarla. E' un femminicidio quello della ventiduenne francese, trovata morta in una chiesetta diroccata sulle montagne della Valle d'Aosta.
"E' stato determinato da motivi di possesso e di annullamento della volontà della vittima. Non si è trattato di raptus, di gelosia o di passione. E' essenzialmente un omicidio tipico di una manifestazione di potere nei confronti della ragazza", ha sottolineato il procuratore capo di Aosta, Luca Ceccanti, in una conferenza stampa convocata per chiarire le circostanze di quanto accaduto tra il 26 e il 27 marzo scorsi sopra La Salle.
"Gravemente indiziato" del delitto è un ventunenne nato a Fermo, di origini egiziane, Teima Sohaib, che è stato fermato mercoledì sera a Lione dalla gendarmerie. Nei suoi confronti è stato emesso un mandato di cattura europeo che gli verrà notificato a breve. L'ipotesi di reato è omicidio aggravato dalla premeditazione e dal rapporto affettivo con la vittima. Secondo gli inquirenti è stato lui a ferire mortalmente con un coltello Auriane Nathalie Laisne, residente a Saint-Priest, cittadina dell'area metropolitana di Lione. L'aggressione è avvenuta "verosimilmente" nella chiesetta del villaggio abbandonato di Equilivaz. Il Tribunale di Grenoble lo ha già convocato a seguito di un mandato d'arresto emesso per violazione del controllo giudiziario: il 3 maggio sarà processato per atti di violenza domestica nei confronti della ragazza, per i quali era stato anche disposto un divieto di avvicinamento a lei.
La coppia però non si era sciolta ed anzi era partita in vacanza. I due ragazzi sono entrati in Italia il 25 marzo su un autobus 'low-cost'. Al Traforo del Monte Bianco sono stati fermati dalla polizia di frontiera per un controllo di routine e identificati. Poi hanno proseguito per qualche decina di chilometri fino a La Salle, cercando un luogo in montagna dove fermarsi a campeggiare. Gli inquirenti ritengono che l'omicidio sia stato premeditato, nessun delitto d'impeto. "Ci sono degli elementi che vanno in questa direzione. E' una contestazione provvisoria. Ci sono le indagini che proseguono e poi ci sono i processi", ha aggiunto il procuratore aostano.
Teima e Auriane avevano "una frequentazione assidua tra Italia e Francia" ma il loro rapporto "non era sereno". Per l'aggressione fatale è stata utilizzata un'arma da punta e taglio, che non è stata trovata. Si attendono gli esiti della perizia per capire se la causa del decesso è stato il dissanguamento provocato dalla ferita inferta frontalmente al collo. L'assassino ha poi "ricomposto il corpo della vittima, mettendola in una posizione fetale, con una pietra dietro la schiena per non farla rotolare sul lato: la sua intenzione era di farla trovare come se fosse morta dormendo ma gli elementi successivi hanno detto che era stata uccisa" spiegano i carabinieri.
Fondamentali per le indagini sono state le testimonianze della gente di La Salle. Il sostituto procuratore Manlio D'Ambrosi, titolare del fascicolo, ha aggiunto: "Il caso è stato risolto grazie all'incrocio di dati: individuando chi era transitato all'interno del territorio nazionale e nelle vicinanze di La Salle è stato possibile dare un'identità certa, anche grazie ad un confronto con le fotografie, alla vittima e successivamente siamo risaliti alla persona che l'accompagnava".
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