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Zone franche in Vda, "per compensare svantaggi strutturali"

Zone franche in Vda, "per compensare svantaggi strutturali"

Bozza di norma di attuazione, "oneri ripartiti tra Stato e Regione"

AOSTA, 16 febbraio 2024, 14:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Al fine di compensare gli svantaggi strutturali propri del territorio regionale, con il presente decreto la Regione autonoma Valle d'Aosta è autorizzata ad adottare norme in materia di Zone franche montane (Zfm) allo scopo di contrastare il depauperamento del tessuto economico e sociale delle aree di montagna della Regione e a favorire lo sviluppo occupazionale e il ripopolamento, nonché norme per il sostegno e lo sviluppo di attività produttive ubicate in zone strutturalmente svantaggiate del territorio regionale attraverso l'istituzione di Zone produttive speciali (Zps)". Lo prevede lo schema di bozza di norma di attuazione dello Statuto speciale, volta a istituire zone franche urbane e di montagna sul territorio regionale, che è stato presentato in Commissione dal presidente della Regione, Renzo Testolin.
    Secondo la bozza "con legge regionale possono essere istituite sul territorio della Regione Zfm/Zps all'interno delle quali le imprese, ad esclusione di quelle che operano in comuni ad alta potenzialità turistica, possono usufruire di agevolazioni fiscali e contributive: le imprese, con sede legale ed operativa in un comune ubicato all'interno di una Zfm/Zps, possono in particolare usufruire di agevolazioni relative alle imposte sui redditi, al versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente, con esclusione dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, all'Imu sui fabbricati industriali commerciali per i primi cinque periodi di imposta". Inoltre "al fine di ridurre il rischio di desertificazione dei centri abitati ubicati nelle Zfm/Zps la legge regionale può prevedere incentivi, anche sotto forma di esenzione o di riduzione delle imposte sui redditi, in favore di coloro che vi trasferiscono la residenza o la propria attività economica con impegno a non trasferirla per 10 anni".

   "All'attuazione delle misure di agevolazione fiscale e contributiva - è riportato nella bozza - si provvede secondo modalità da concordarsi tra il ministro dell'economia e delle finanze, il ministro delle imprese del made in Italy, il ministro del lavoro e delle politiche sociali e il presidente della Regione Autonoma Valle d'Aosta, entro quattro mesi dall'entrata in vigore del decreto. I benefici derivanti dall'attuazione del presente decreto sono concessi ai sensi e nei limiti della normativa eurounitaria vigente in materia di aiuti di Stato".

Zone franche in Vda, "oneri ripartiti tra Stato e Regione"

"Restano a carico del bilancio della Regione" gli "oneri connessi alle minori entrate derivanti dalla previsione di esenzioni o agevolazioni relative a tributi propri o a tributi erariali per i quali è prevista la compartecipazione regionale per l'intero gettito" mentre "restano a carico del bilancio dello Stato" le "minori entrate derivanti dall'applicazione di esenzioni o agevolazioni relative all'imposta municipale propria (Imu) sugli immobili destinati all'attività industriale delle imprese, nonché gli oneri relativi al versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente per i quali le leggi regionali adottate in attuazione del presente decreto prevedano esenzioni o riduzioni". Lo prevede lo schema di bozza di norma di attuazione dello Statuto speciale, volta a istituire 'zone franche montane (Zfm)' e 'zone produttive speciali (Zps)' sul territorio regionale, che è stato presentato ieri in prima Commissione dal presidente della Regione, Renzo Testolin.

   Secondo il gruppo di lavoro della Regione la bozza "risulta fattibile alla luce della verifica della compatibilità con i principi costituzionali e con l'ordinamento eurounitario".

   Per la Valle d'Aosta, si legge, "il rischio di un'ulteriore marginalizzazione del territorio regionale rispetto alle altre regioni italiane è, inoltre, accentuato, al momento, dalle prossime chiusure del traforo del Monte Bianco, la cui manutenzione dovrebbe proseguire per diciotto anni, con lavori che ne implicheranno la chiusura per due o tre mesi all'anno, con il rischio di una modificazione permanente degli assi commerciali, e della linea ferroviaria Aosta-Ivrea, che non sarà attiva per i lavori di elettrificazione dal 3 gennaio 2024 al 13 dicembre 2026".

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