"E' necessario fermarci,
interrogarci, riflettere di fronte a queste violenze che si
manifestano, che si sono più sviluppate. Questi amori malati,
questi amori possessivi. Dobbiamo fermarci tutti a interrogarci.
E' un sistema che deve recuperare un'attenzione ai bisogni
fondamentali delle persone. Dobbiamo accompagnare le persone,
non portarle. Dobbiamo incontrare le persone e affrontare i
problemi, non viceversa". Così all'ANSA don Lugi Ciotti,
fondatore del gruppo Abele e di Libera, in merito al dibattito
sulla prevenzione dei casi di violenza sulle donne che si è
aperto dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin.
"E' bello - ha aggiunto don Ciotti in riferimento ai tanti
presidi 'Siamo tutte Giulia' organizzati in questi giorni - che
i nostri ragazzi manifestino i loro 'no'. Sono loro che ci
dicono con quei 'no' che dobbiamo costruire dei percorsi,
dobbiamo costruire dei 'sì'. E quindi la dimensione educativa,
l'educazione che parte anche dall'ascolto delle loro domande,
dei loro dubbi, dei loro interrogativi: dobbiamo accompagnarli
nel cammino della vita, alla conoscenza. Non basta che la scuola
istruisca, deve anche educare". Don Ciotti ha partecipato al
convegno 'Gli ultimi in educazione: don Milani in prospettiva',
promosso ad Aosta dalla locale Associazione pedagogisti.
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