"L'impianto normativo prevede certamente un divieto ma anche, in determinati specifici casi, delle deroghe". Lo ha scritto l'avvocatura regionale della Valle d'Aosta nell'aprile 2021 nella risposta a una richiesta di parere dell'allora assessora all'Ambiente, trasporti e mobilità sostenibile, Chiara Minelli. Il riferimento era all'azione di alcune associazioni ambientaliste che nel dicembre 2020 avevano diffidato Monterosa spa, Regione e gli enti locali coinvolti dal realizzare un collegamento impiantistico nel vallone di Cime Bianche, area compresa in Zone di protezione speciale della Rete natura 2000.
Il parere - firmato dall'avvocato dirigente Riccardo Jans - è stato illustrato stamane dal presidente della Regione, Erik Lavevaz, audito dalla terza Commissione 'Assetto del territorio' e dalla quarta 'Sviluppo economico' sulla petizione 'Salviamo il Vallone delle Cime Bianche'.
Secondo l'avvocatura regionale "il quadro normativo è ben più ampio di quello citato nella diffida, sia a livello europeo che a livello regionale". Infatti in base alla legge regionale 8/2007 "qualora, nonostante le conclusioni negative della valutazione di incidenza sul sito ed in mancanza di soluzioni alternative possibili, il piano o l'intervento debba essere realizzato per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale ed economica, la Giunta regionale adotta ogni misura compensativa necessaria per garantire la coerenza globale della rete Natura 2000, dandone comunicazione al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare".
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