E' incostituzionale la normativa regionale sul commissariamento dell'azienda Usl della Valle d'Aosta nel caso il posto sia vacante. Lo ha stabilito la Consulta (sentenza 189/2022), accogliendo il ricorso del presidente del Consiglio dei ministri contro una parte della legge regionale 31 del 9 novembre 2021. Secondo la Corte costituzionale la disposizione non ricollega il commissariamento "a un'esigenza straordinaria o a una generica comprovata e giustificata impossibilità di copertura della vacanza mediante l'ordinario procedimento".
La norma regionale prevede che "in alternativa all'attribuzione di funzioni al direttore più anziano, fino alla nomina del nuovo direttore generale, la giunta regionale può procedere al commissariamento dell'azienda Usl mediante nomina di un commissario, scelto tra i soggetti inseriti nell'elenco dei candidati idonei". Questo commissariamento "non può eccedere il periodo di sei mesi e può essere prorogato di ulteriori sei mesi, per una sola volta, in caso di gravi e giustificati motivi".
Per la Corte costituzionale (presidente Giuliano Amato) "la norma regionale, scollegando il commissariamento da esigenze di carattere straordinario o dall'impossibilità di sopperire alla vacanza dell'ufficio secondo il procedimento ordinario, viola" la disciplina sanitaria nazionale. Normativa che prevede, in caso di mancata nomina entro 60 giorni "dalla data di vacanza dell'ufficio", l'intervento del ministro della Sanità, che "fissa un congruo termine per provvedere". Decorso questo arco di tempo il ministro "propone al Consiglio dei Ministri l'intervento sostitutivo, anche sotto forma di nomina di un commissario ad acta".
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