"Prevedere misure specifiche per
le città d'arte e le città santuario, in maniera specifica per
quegli esercizi commerciali che più di altri hanno subito il
contraccolpo della crisi". È quanto chiede il capogruppo
regionale della Lega Umbria, Stefano Pastorelli, in una lettera
inviata al ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, sul tema
dei ristori per le aziende del settore turistico penalizzate
dall'emergenza Covid.
"Apprendiamo da notizie di stampa, in merito ai beneficiari dei
sostegni immediati, che il settore del turismo - scrive
Pastorelli nella missiva inviata al ministro - dovrebbe ricevere
aiuti alle imprese, in primis e nell'immediato come proroga
della Cig straordinaria ai lavoratori. I settori interessati
sarebbero le agenzie di viaggio e i tour operator, le strutture
ricettive, i parchi divertimento, le discoteche, gli
stabilimenti balneari e quelli termali. Ma anche il settore dei
congressi e degli eventi chiede un intervento urgente, così come
i fiorai, i catering, i fornitori di interpreti o tecnologia
audio-video. Consapevoli che i tempi sono stringenti e a
prescindere dai codici Ateco che verranno individuati per le
attività destinatarie dei ristori per il settore turistico,
chiediamo di prevedere misure specifiche per le nostre
meravigliose città d'arte, quale elemento centrale della loro
identità culturale, pregne di capolavori della cultura e della
storia. E per le nostre città santuario, caratterizzate non solo
dalla bellezza dei luoghi di culto, ma anche da un imponente
turismo religioso e spirituale, prestando massima attenzione a
quelle realtà che racchiudono entrambe le caratteristiche".
"Chiediamo, dunque - prosegue Pastorelli, secondo quanto
riferisce la Regione - di includere tra i criteri selettivi per
l'individuazione delle attività destinatarie dei ristori, la
specificità dell'ubicazione degli esercizi commerciali
all'interno di un perimetro urbano di riferimento, il più
prossimo possibile al centro storico o 'zona A' e alle aree di
maggior interesse, anche in riferimento a importanti frazioni di
noti comuni, comunque con il maggior riguardo per le attività in
esso esercitate, stante la maggior perdita subita, rispetto a
quella patita dalle imprese più decentrate o periferiche,
comunque colpite, ma che hanno un altro tipo di utenza o
avventori e che sono site in zone meno frequentate da turisti".
"È fondamentale - conclude Pastorelli - che i ristori siano
distribuiti in base all'effettività delle perdite economiche
patite e del mancato guadagno delle imprese, tenendo in debita
considerazione la specificità dei luoghi e la diversa ubicazione
in cui esse esercitano la propria attività aziendale,
soprattutto in relazione al comparto turistico e ai dati storici
dei flussi turistici, al fine di preservare il tessuto
economico-sociale delle nostre città più rinomate e visitate in
Italia".
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