"Mancanza di personale,
investimenti in ritardo e macchinari inutilizzati per mancanza
di operatori e sovraffollamento. Quello che abbiamo trovato
nella nostra mobilitazione sanitaria, che ha toccato tutti i
presidi sanitari dell'Umbria, fa il paio con quello che denuncia
il manifesto 'Non possiamo fare a meno del servizio sanitario
pubblico', firmato da 14 scienziati di livello internazionale,
tra cui il premio Nobel Giorgio Parisi, rilanciato oggi dai
media nazionali": così il consigliere regionale Tommaso Bori (Pd
- vicepresidente della Commissione Sanità).
"Come Partito democratico e come 'Patto avanti' - spiega Bori
- ci siamo mossi per tempo, avendo intuito come il modus
operandi del centrodestra umbro fosse quello di smantellare un
servizio sanitario regionale che per anni è stato benchmark nei
livelli di assistenza. Per questo abbiamo avviato la
mobilitazione per toccare con mano le criticità e le esperienze
di quegli operatori rimasti a combattere. E continueremo
elaborando un nostro manifesto per la sanità pubblica per la
nostra regione".
"Il manifesto dei 14 scienziati internazionali getta comunque
una luce particolarmente inquietante sul servizio sanitario
nazionale - continua Bori - con un calo del finanziamento alla
sanità sul Pil che ci porta ad essere fanalino di coda in
Europa. Siamo ancora lontani dai livelli precedenti al Covid:
210 milioni di visite nel 2019 contro i 100 dello scorso anno
con strutture che lavorano meno e domande che invece aumentano e
liste d'attesa che si allungano. Vetuste le strutture sanitarie,
con solo il 18 per cento che hanno meno di 33 anni e la piaga
della mancanza di personale. Mancano 15mila infermieri
soprattutto nei pronto soccorso e la voragine aumenta con la
fuga dal sistema pubblico: hanno lasciato 5mila ospedalieri su
100mila".
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