"Il piano di superamento delle
Usca messo in atto dalla Giunta regionale non si regge e si sta
rivelando un vero e proprio fallimento, mentre i contagi
aumentano e le visite e i tamponi a domicilio sono ormai una
chimera. La Giunta regionale proceda, seppur in ritardo, con
immediatezza alla proroga al 31 dicembre delle attuali Usca,
alle stesse condizioni economiche e normative, come fatto da
altre Regioni, prima che sia troppo tardi": è quanto chiede
Fabio Paparelli, consigliere regionale del Pd e portavoce della
minoranza in Assemblea legislativa. "La scelta di non prorogare
la Unità speciali di continuità assistenziale - aggiunge - sta
avendo già oggi, come diretta conseguenza, il fatto che il
sistema sanitario regionale non è più in grado di poter
assicurare l'assistenza domiciliare dei pazienti affetti da
Covid".
"Al di là della propaganda leghista che prova a giocare con le
parole e arranca persino nella messa in pratica della annunciata
sperimentazione delle Uca (ancora non effettive a livello
nazionale) per poche ore al giorno e con mansioni non sempre
uguali alle Usca che si occupavano solo di Covid - sostiene
Paparelli -, la verità è che a fronte dello smantellamento delle
Usca, i medici in uscita stanno sistematicamente rifiutando i
contratti che vengono loro proposti in alternativa. Oltre che
per un fatto economico (passerebbero infatti a un paga oraria di
23 euro a fronte dei 46 percepiti in Usca) la contrarietà è data
da contratti di durata troppo breve che prevedono peraltro
turni, a cui è stato chiesto di aggiungere persino il servizio
di guardia medica. Avevamo pertanto ragione quando dicevamo che
le Uca tanto sbandierate dall'assessore Coletto, pensate in via
sperimentale solo a Perugia, senza personale e per poche ore al
giorno servono ben poco o nulla. Sarebbe stato meglio, fin da
subito fare come in Emilia Romagna e in Sardegna ovvero
prorogare le Usca alle stesse condizioni contrattuali fino alla
fine dell'anno così da non correre il rischio di mettere a
repentaglio il servizio domiciliare per i malati Covid, tanto
più - conclude Paparelli - all'inizio di una nuova ondata
epidemica in forte ascesa".
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