(ANSA) - PERUGIA, 10 GIU - "Questa sentenza ha ripristinato
la verità e ha ricondotto tutto nei suoi esatti termini,
escludendo qualunque fatto di reale rilevanza penale":
l'avvocato Stefano Tentori Montalto, difensore del poliziotto
Luca Armeni, commenta così la sentenza della Corte di appello di
Perugia che per il caso Shalabayeva ha assolto il suo assistito
insieme all'ex capo della squadra mobile di Roma, Renato
Cortese, all'ex capo dell'ufficio immigrazione, Maurizio
Improta, ai poliziotti Vincenzo Tramma, Stefano Leoni, Francesco
Stampacchia e al giudice di pace Stefania Lavore.
"La pronuncia di primo grado era stata estremamente grave sia
nella quantificazione della pena ma anche per i termini in cui
si era espressa - ha ricordato l'avvocato Tentori Montalto con
l'ANSA - parlando di 'rapimento di Stato' e di 'crimine contro
l'umanità'. Una sentenza molto pesante anche dal punto di vista
morale per gli imputati. Dalla rinnovazione dell'istruttoria
dibattimentale è stato possibile capire l'esatta dinamica delle
condotte e che all'epoca da parte della squadra mobile di Roma
non c'è stato nessuno inganno nei confronti della Procura della
Repubblica, del dottore Albamonte e del procuratore capo, come
hanno detto loro stessi chiaramente in aula".
Per il legale se l'allora Procuratore capo di Roma, Giuseppe
Pignatone e il sostituto, Eugenio Albamonte, fossero stati
sentiti in primo grado "si sarebbero chiarite già da tempo molte
cose, si sarebbe evitata una condanna così grave dopo aver
dedicato una vita alla polizia di stato e si sarebbe evitato un
processo di appello". "Tutti hanno sofferto in silenzio - ha
concluso l'avvocato Stefano Tentori Montalto - e oggi la
sentenza gli da ragione. Non posso che esprimere soddisfazione
per il lavoro fatto e per l'esito del processo". (ANSA).