In Umbria oltre un quarto delle
prestazioni riconosciute in materia di reddito e pensione di
cittadinanza sono risultate non in regola con i requisiti e
quindi sottoposte a revoca o decadenza, per un totale di 6
milioni 573 mila euro da recuperare. E' quanto emerso dalle
verifiche a tappeto svolte dall'Inps negli ultimi quattro mesi,
avviate dall'insediamento del direttore regionale Fabio Vitale.
In particolare, le revoche sono state 1.974, 1.494 a Perugia e
480 a Terni, mentre le decadenze per motivi sanzionatori 1.302,
1.047 a Perugia e 255 a Terni. Il totale tra revoche e decadenze
è di 3.276 prestazioni, ovvero il 26,7% delle prestazioni totali
vigenti ad oggi in Umbria, che ammontano a 12.269 (di cui 8.369
nella provincia di Perugia e 3.900 in quella di Terni).
Secondo quanto spiega l'Inps in una nota, la casistica più
frequente è quella di percettori che dichiarano un indice Isee
diverso da quello presente in anagrafe comunale (45%). Seguono i
cittadini stranieri e italiani privi del requisito della
residenza in Italia negli ultimi 10 anni (30%) e quello di
percettori che risultano intestatari di auto o moto, acquistate
nuove da meno di sei mesi o immatricolate da meno di due anni se
di grossa cilindrata (9%). Rilevati anche nuclei monoparentali
costituiti da soggetti con età inferiore a 26 anni privi della
caratteristica dell'autonomia, attestata dal fatto di avere un
reddito personale di almeno 4.000 euro annui o di essere
coniugati o con figli (7%). Ci sono anche percettori che
omettono di dichiarare di aver iniziato un'attività lavorativa
dopo l'accoglimento della domanda (6%) e altri che non
dichiarano di aver acquistato o venduto immobili (3%). Per i
casi accertati l'Inps ha già avviato le procedure per il
recupero delle somme percepite indebitamente.
"A regime - spiega Vitale -, tutte le nuove domande verranno
vagliate all'atto della presentazione, attraverso controlli
incrociati sempre più accurati e stringenti".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA