Il gup Piercarlo Frabotta si è
ritirato in camera di consiglio per decidere sulla richiesta di
inutilizzabilità delle intercettazioni nei confronti dell'ex
consigliere del Csm, Luca Palamara, avanzata dalla sua difesa
nell'ambito dell'udienza preliminare che lo vede imputato a
Perugia per corruzione. Il giudice dovrà inoltre stabilire se
ammettere la di perizia, sollecitata sempre dai legali dell'ex
magistrato, sul server 'di transito' installato a Napoli dalla
società che si occupò della parte tecnica dell'operazione.
Perizia alla quale si è opposta la procura di Perugia.
La decisione su entrambe le questioni è attesa nel pomeriggio.
Questa mattina sono stati sentiti in aula gli esperti della
polizia postale che hanno svolto gli accertamenti irripetibili
sui 20 file riferibili a Luca Palamara rinvenuti sul server di
Napoli di Rcs, la società incaricata dalla procura perugina di
svolgere le intercettazioni. Accertamenti dai quali è emerso che
sono risultati "creati" tra il 4 e il 29 maggio del 2019. I file
hanno una durata tra zero secondi e poco più di due minuti.
Diciannove di questi sono "intellegibili" e il loro contenuto è
stato trascritto dalla stessa polizia postale.
"Con il nostro tecnico abbiamo riscontrato che tre file tra
quelli analizzati dalla polizia postale non sono arrivati a Roma
- ha detto il difensore di Palamara, l'avvocato Benedetto
Buratti-. Durante l'ispezione disposta dalla procura di Napoli e
le operazioni irripetibili decise dal gup di Perugia e dalla
procura di Firenze, inoltre, non si è accertato nulla rispetto
alla traccia lasciata dal trojan sul server di Napoli l'8
settembre 2019. Insistiamo quindi sulla inutilizzabilità delle
intercettazioni e sulla perizia completa sul server".
Per la procura di Perugia le intercettazioni sono da
considerare "legittime perché rispecchiamo i criteri e sono
state fatte in modo rituale".
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