E' Maria, 6 anni, la più piccola ospite, oggi, del "pranzo di pace" con Papa Francesco e gli altri leader religiosi. E' siriana, di Damasco, e con i suoi genitori è arrivata in Italia quattro mesi fa. Prima tappa la Turchia, poi la Libia e infine il barcone verso la Sicilia.
"Non potete neanche immaginare che cosa si prova", dice la giovane mamma, Nour, 29 anni che ricorda anche quella traversata nel buio tra grossi pesci che per lei erano squali. Con il marito Mohanad, 32 anni, sono fuggiti dalla guerra. "Sono stato ferito e la nostra casa è stata distrutta dai bombardamenti", racconta. La piccola Maria scarta cioccolatini, sorride e ringrazia tutti, qui ad Assisi è la più coccolata. Ma "finora ha conosciuto sola la paura, non ha vissuto un'infanzia come tutti gli altri, non ha neanche amici", racconta il papà.
Maria e i suoi genitori sono tra i venticinque rifugiati che domani pranzeranno con il Papa, atteso ad Assisi per la Giornata di Preghiera per la pace. Loro sono dieci e arrivano dal Cara di Castelnuovo di Porto, dieci migranti saranno portati da Sant'Egidio e altri cinque sono assistiti dalla Caritas di Assisi. Vengono da Siria, Afghanistan, Mali, Nigeria, Pakistan, per accennare solo ad alcuni degli angoli del pianeta dove ad un certo punto la vita è difficile e si cerca un nuovo approdo. Per il Papa hanno preparato un regalo un dipinto con i simboli di tutte le religioni e la scritta francescana "Signore fa di me uno strumento della tua pace".
C'è Sira dal Mali. Il Papa lo ha già visto lo scorso Giovedì Santo. Era uno dei ragazzi della lavanda dei piedi. Ma oggi non è più un migrante, ma un lavoratore con il permesso di soggiorno. Fa le pulizie e studia, già parla molto bene l'italiano. E' contento di vedere di nuovo Papa Francesco e da musulmano sottolinea: "Io credo che non c'è nessuna differenza preghiamo tutti lo stesso Dio, ognuno a suo modo". Dei dodici 'apostoli' della Lavanda dei Piedi con Francesco c'è ad Assisi anche Endurance, nigeriano. Ad accompagnarli è Angelo Chiorazzo, fondatore di Auxilium, felice di portare storie che stanno volgendo al meglio. "La famiglia siriana è in attesa di riallocazione, Sira ha un'occupazione, alcuni sono diventati mediatori culturali. E' un lavoro, il nostro, che ti prende il cuore, non lo puoi fare solo per lo stipendio", dice riferendo che il gruppo di immigrati è composto di cristiani cattolici, copti e musulmani.
Nel bel Refettorio del Sacro Convento saranno diverse decine di persone. In 24 al tavolo con il Papa: tra loro dovrebbero esserci il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, il Patriarca siro-ortodosso Efrem II, il filosofo polacco Zygmunt Bauman, e una rifugiata siriana. Gli altri rifugiati al tavolo di lato.
Poi i tavoli con tutti gli altri ospiti.
Menù molto 'francescano': semplice ma rispettoso di ogni tradizione religiosa. A meno di qualche cambiamento dell'ultim'ora sono previsti un antipasto di bresaola, rucola e formaggio; due assaggi con ravioli ricotta e spinaci e fusilli al sugo; tacchino con fagiolini e funghi e per chiudere crostata di frutta.
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