Il Corpo forestale del Trentino,
assieme all'Agenzia provinciale per i pagamenti (Appag) e ai
servizi veterinari dell'Azienda provinciale per i servizi
sanitari (Apss), nell'ultimo triennio ha intensificato ed esteso
i controlli su pascoli e bestiame, con l'obiettivo di
contrastare i fenomeni speculativi da parte di aziende agricole
che puntano ad incassare i "premi per l'alpeggio". Nel triennio
2020-22 - informa la Provincia - i controlli hanno consentito di
recuperare una somma complessiva pari a quasi 730.000 euro.
Nello specifico, si tratta di mancati pagamenti per circa
400.000 euro e sanzioni per oltre 330.000 euro. L'abbinamento di
contestazione amministrative e di atti d'indagine condotti dal
Corpo forestale, quale organo di polizia giudiziaria, ha
permesso di procedere alla contestazione di diverse
irregolarità, con la conseguente sospensione o riduzione dei
premi pagabili. Nel solo 2022 le somme 'recuperate' hanno
raggiunto i 311.000 euro.
Per contrastare i fenomeni speculativi, la Provincia ha
intrapreso diverse azioni amministrative e operative, tra cui lo
"Schedario provinciale dei pascoli", l'approvazione di diverse
norme attuative di dettaglio finalizzate alla corretta gestione
del pascolo e l'intensificazione dei controlli. "Quelli messi in
campo sono interventi mirati, che hanno portato ad una maggiore
qualità nella gestione del pascolo da parte delle aziende,
benefici sulla concorrenza e una crescita dell'attenzione al
benessere animale e alla gestione dei capi al pascolo" ha
spiegato l'assessore competente, Giulia Zanotelli.
La superficie dei pascoli in Trentino è di circa 90.000
ettari, di cui l'85% di proprietà pubblica. Le malghe, che
ospitano nel periodo dell'alpeggio un totale di 25.500 bovini e
42.000 ovicaprini, sono 484.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA