Le regioni europee lanciano un
appello ai leader degli Stati Ue chiedendo di essere più
coinvolte nell'agenda culturale europea e nel suo uso per le
relazioni internazionali. A farsi portavoce delle istanze
territoriali è la la rete informale Regional initiative for
Culture and creativity (Ricc), che coinvolge 26 governi
regionali in Europa sotto la guida di Emilia-Romagna, Friuli
Venezia Giulia e Paesi Baschi. Nata nel 2014 durante la
presidenza italiana del Consiglio Ue per promuovere le politiche
a favore della cultura e della creatività, partecipare ai
relativi programmi Ue e lavorare sulla cosiddetta "Strategia per
la specializzazione intelligente", Ricc coinvolge altre 7
regioni italiane: Toscana, Basilicata, Lombardia, Piemonte,
Puglia, Sicilia e Veneto.
"È molto importante che venga riconosciuto prima di tutto un
ruolo alla cultura nelle relazioni internazionali" e poi che gli
stati dovrebbero "ascoltino" le regioni e "non disperdano il
patrimonio di esperienze che hanno maturato" spiega la
vicepresidente con delega alla Cultura della Toscana, Monica
Barni. Fra le 'buone pratiche' che la Regione può esportare a
livello europeo, spiega Barni, ci sono anche "strategie di
co-sviluppo", che significa "fornire competenze ai migranti
perché poi possano lavorare e portare queste loro competenze
anche nei loro territori". Domani, i ministri della Cultura
europei riuniti a Bruxelles adotteranno delle conclusioni
sull'importanza del settore nelle relazioni internazionali. La
bozza del documento, di cui ANSA ha presi visione, evidenzia la
necessità di creare una collaborazione multilivello che
coinvolga anche le autorità regionali e locali, considerando
anche la possibilità di avviare progetti pilota in Paesi terzi
con al centro i territori e le partnership
transfrontaliere.
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