Portavano illegalmente in Italia
merci di origine extracomunitaria, prevalentemente stoffe grezze
provenienti dalla Cina, con stoccaggio anche all'hub logistico
dell'Interporto di Bologna Bentivoglio senza pagare la dovuta
Iva. Un sistema strutturato di frode - con imposte evase per
circa 13 milioni di euro - smantellato dopo le indagini della
Guardia di finanza di Bologna in collaborazione coi colleghi di
Prato, sotto il coordinamento della Procura europea (Eppo).
Eseguito un sequestro preventivo di oltre 7 milioni. Indagate
otto persone fisiche e sette giuridiche.
La frode, come emerso, coinvolge titolari e dirigenti di
diverse società di spedizione doganale e imprenditori di origine
cinese operanti in diverse aziende con sede nella provincia di
Prato. Oggi i finanzieri di Bologna hanno eseguito provvedimenti
di perquisizione e sequestro adottati dal Gip del Tribunale di
Bologna su proposta di Eppo. Attività che hanno riguardato
diverse località delle province di Bologna, Prato e Ferrara con
circa 80 militari sul campo insieme a tre unità cinofile con
cani anti-valuta.
I reati ipotizzati sono quelli di contrabbando, falsità
ideologica, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni
inesistenti. Le indagini hanno consentito di rilevare come gli
importatori abbiano introdotto le merci nel territorio
comunitario, facendole transitare falsamente in depositi Iva.
Una condotta che avrebbe consentito - utilizzando indebitamente
un particolare regime fiscale - di non versare l'Iva dovuta
all'importazione. La merce irregolarmente importata, stoffe
grezze utilizzate per il confezionamento di capi
d'abbigliamento, ammonta a oltre 13.600 tonnellate, per un
valore di circa 63 milioni. L'evasione di Iva all'importazione è
pari a più di 13 milioni.
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