La Nazionale che vinse la finale
dei Mondiali del 1982? "Se devo avere un ricordo di quella
squadra è che non eravamo coscienti di essere davvero così
forti, ma facendo una comparazione con i calciatori di oggi vi
posso dire che quella era una squadra formidabile. Quel Mondiale
fu un'esperienza meravigliosa".
A parlare è Ciccio Graziani, 70 anni fra pochi mesi, campione
del mondo che da anni vive ad Arezzo, città dove si forgiò da
giovanissimo attaccante coi gol che gli valsero il salto al
Torino. "Certo, abbandonare il campo nella finalissima contro la
Germania dopo otto minuti per infortunio non mi fece piacere ma
nel calcio occorre mettere in conto anche questo - ricorda l'ex
granata durante uno stage della 'Graziani Academy' presso
Arezzo -. Lì per lì restai molto amareggiato, poi mi girai e
vidi Antognoni in panchina che non era potuto scendere in campo
per un infortunio avuto nella semifinale con la Polonia. Allora
dissi a me stesso che potevo esser soddisfatto per aver giocato
qualche minuto, e aver assaporato i momenti topici della pulizia
delle scarpe, dell'ascolto dell'inno". "Poi è andata bene lo
stesso - ricorda ancora Graziani -, è entrato 'Spillo'
Altobelli, ha fatto un gol meraviglioso ed eravamo tutti felici
e contenti".
Guardando indietro e facendo una comparazione tra il calcio di
oggi e quello di ieri Graziani non ha dubbi: "Ha ragione Carlo
Ancelotti - osserva -, non è mai cambiata la qualità dei
calciatori. Sono cambiate tattica, abbigliamento, metodologia di
lavoro. Oggi c'è una ricerca tecnologica che coinvolge tutto.
Perfino il pallone è cambiato, ed è questo che può fare la
differenza".
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