Sono stati identificati quasi tutti
i 500 partecipanti al rave party sull'Alpe di Poti, nel comune
di Arezzo, mentre vanno avanti gli accertamenti sugli
organizzatori: un piccolo gruppo di giovani, non residenti in
zona, che tramite il tam tam in rete avrebbero organizzato
l'evento, secondo quanto emerso dalle indagini della Digos.
Per questo gli investigatori starebbero ponendo la loro
attenzione anche ai social dei giovani identificati. Altro punto
al centro delle indagini è come si sia arrivati a scegliere la
zona del vecchio stabilimento di imbottigliamento di acque
Fontemura e il capannone dismesso e interessato da fallimento. I
partecipanti al rave rischiano la denuncia per aver giocato le
normative anti Covid e per occupazione abusiva di terreni ed
edifici. Nelle prossime ore potrebbe arrivare l'esposto del
curatore fallimentare dello stabilimento contro i giovani per
violazione di proprietà privata.
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