Per quasi dieci anni avrebbe
perseguitato una sua dipendente, offendendola e arrivando anche
ad afferrarla per il collo per punirla nel corso di discussioni
sul lavoro. Per questo un imprenditore di 56 anni titolare di
una ditta a Calenzano (Firenze), è stato condannato nelle scorse
settimane dal tribunale di Prato, compente per territorio, alla
pena di un anno di reclusione per i reati di stalking e violenza
privata. Disposto anche il risarcimento del danno in favore
della vittima, parte civile nel processo, con una provvisionale
di 3mila euro.
Secondo quanto denunciato dalla vittima, assistita
dall'avvocato Amelia Vetrone, l'uomo le avrebbe messo le mani
addosso in più occasioni. In un caso l'avrebbe afferrata per il
collo e le avrebbe intimato di abbassare la testa in segno di
sottomissione, poi le avrebbe strappato di mano il cellulare e
lo avrebbe buttato a terra per impedirle di contattare il
fidanzato. In svariate occasioni inoltre, per umiliarla,
l'avrebbe indicata ai candidati che si presentavano per un
colloquio di lavoro come lavoratrice appartenente a una
categoria protetta. L'uomo era inizialmente imputato con
l'accusa di maltrattamenti sul luogo di lavoro, poi
riqualificata dal giudice nei reati di stalking e violenza
privata. Le indagini che hanno portato al processo sono state
coordinate dal pm Egidio Celano della procura di Prato.
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