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In evidenza
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Nella Berlino in cui nacquero, i
"Cccp - Fedeli alla Linea" hanno tenuto il secondo di tre
concerti che segnano un nuovo acuto nella rinascita di questo
complesso punk rock degli anni Ottanta tornato da pochi mesi
alla ribalta. Il gruppo di Giovanni Lindo Ferretti, che si
presenta come interprete di un misto di "Punk filosovietico e
musica melodica emiliana", si è esibito nella ex-Berlino est
puntando scenicamente anche su simboli dell'allora Ddr e del
comunismo senza peraltro alcuna chiara rielaborazione critica.
Insomma tre concerti nella "Deutsche Demokratische 'Dismantled'
Republik", la Repubblica di Germania Est 'smantellata' nel 1990
quando il gruppo cessò l'attività iniziata nell'82: "Cccp in
Dddr", come suona il titolo del concerto. L'esibizione si è
svolta all'Astra Kulturhaus di Friedrichshain, struttura al
coperto per concerti nel quartiere del profondo est della
capitale tedesca che Ferretti ha definito in un breve monologo
parte della "Berlino ferroviaria e imperiale, ultimo margine
rimasto rudimentale e vivo prima dell'assalto definitivo delle
gru e dei grattacieli vetrati". Tutto esaurito da mesi come il
primo tenuto sabato e quello di stasera, il concerto si è aperto
con un video zeppo simboli della Ddr tra cui cavalli di frisia,
pezzi di muro e l'utilitaria di regime, la Trabant, sulle note
dell'inno della Repubblica democratica tedesca e si è chiuso con
un'esecuzione di "Amandoti", accompagnata solo da violino e coro
del pubblico. Annarella Giudici, presentatasi come "benemerita
soubrette", ha portato sul palco fra l'altro una bandiera della
Ddr, una rossa del Pci con falce e martello e un simbolo
sovietico. Sul palco è apparso anche il giornalista e volto noto
dei dibattiti televisivi Andrea Scanzi che, di nuovo tra fischi
come la serata precedente, ha arringato brevemente il pubblico
introducendo l'esecuzione di "Emilia Paranoica". A un tratto
Ferretti gli ha messo in capo un elemetto da "Vopo", la
militarizzata polizia della Ddr. Visivamente, oltre alle luci
abbacinanti, ha dominato l'ormai corpulento Danilo Fatur,
definito da Giudici "artista del popolo" ed esibitosi quasi
costantemente a torso nudo con cinghie bondage. Il pubblico,
stimato dagli organizzatori anche ieri in 1.500 persone e
arrivando quindi sicuramente stasera a un totale di 4.500 circa
per le tre serate, ha mostrato di conoscere fin dalle prime note
molti successi: da "Battagliero" a "Spara Jurij", da "Morire" e
"Curami", fino a "Cccp in Ddr - Wir sind die Turken von heute".
I tre concerti con la formazione storica che include il
chitarrista Massimo Zamboni chiudono un progetto che include la
mostra in corso da ottobre fino al 10 marzo ai Chiostri di San
Pietro di Reggio Emilia "Felicitazioni! Cccp-Fedeli alla linea.
1984-2024" che ripercorre la loro storia in attesa di concerti
in Italia con date ancora da annunciare. All'ingresso erano in
vendita il nuovo album "Altro Che Nuovo Nuovo" uscito la scorsa
settimana con pezzi inediti quali 'Oi Oi Oi', 'Sexy Soviet' e
'Onde'; spillette col titolo del concerto e il libro della
mostra di Reggio Emilia, loro luogo di origine.
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