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Milva la Rossa che ha fatto la storia

Milva la Rossa che ha fatto la storia

Da ragazza di provincia a raffinata interprete muore a 81 anni

24 aprile 2021, 19:08

Di Paolo Biamonte

ANSACheck

Milva la Rossa che ha fatto la storia © ANSA/AFP

Milva la Rossa che ha fatto la storia © ANSA/AFP
Milva la Rossa che ha fatto la storia © ANSA/AFP

Di Paolo Biamonte - Quella di Milva è la storia di una ragazza di provincia che dopo essere arrivata al grande successo popolare si è trasformata in una raffinata interprete di memorabili prove nel repertorio più importante di Brecht e Weiss, acclamata nei teatri più prestigiosi, a suo agio nel Tango di Astor Piazzolla come nel musical di Garinei e Giovannini. Una donna dalla vita sicuramente non facile, scandita da rapporti sentimentali tormentati, come quello con Luigi Pistilli che nel 1996 si suicidò prima dell'ultima replica dello sfortunatissimo "Tosca ovvero prima dell'alba" di Rattigan in cui i due erano in scena insieme. All'anagrafe di Goro, un paese in provincia di Ferrara, era stata registrata come Maria Ilva Biolcati il 17 luglio 1939.

Muore a Milano ad 81 anni il 23 aprile, lo annuncia la figlia Martina Corgnati, spiegando che la madre era malata da tempo. A vent'anni vince un concorso per voci nuove alla Rai, due anni dopo arriva terza a Sanremo. Da subito è un personaggio che si fa notare per i suoi capelli rossi, la voce potente, la grinta ancora naif che col crescere dell'esperienza diventerà il suo inconfondibile temperamento. Diventa così "La Pantera di Goro", così come Mina era la "Tigre di Cremona", Iva Zanicchi "L'Aquila di Ligonchio" e Orietta Berti "L'usignolo di Cavriago", ed è una delle protagoniste assolute della scena musicale dell'Italia del Boom.

Molto presto però sceglie di dedicarsi a un repertorio diverso dalle canzoni popolari, spinta dalla sua sempre dichiarata convinzione di donna di Sinistra: nel 1965 per esempio pubblica "Canti della libertà" una raccolta di celebri inni libertari e incide "Bella Ciao" che canterà anche a Canzonissima. Sicuramente l'incontro con Giorgio Strehler è fondamentale per la sua evoluzione artistica: grazie a lui scopre e studia il repertorio di Bertoldt Brecht, un classico del suo repertorio, fino a diventare una splendida Jenny dei Pirati nella memorabile edizione dell'"Opera da tre Soldi" del 1973 con Domenico Modugno nel ruolo di Mackie Messer. Dagli anni '70 in poi Milva ha seguito una doppia traiettoria professionale: quella della sofisticata interprete dei repertori più importanti e quella della cantante da Sanremo, dove è apparsa per l'ultima volta nel 2007 in coppia con Giorgio Faletti con "The Show Must Go On". Ma quando era alle prese con la parte più leggera della sua esperienza artistica non perdeva mai l'aplombe della diva brechtiana. Milva ha collaborato con Luciano Berio, ha cantato testi di Umberto Eco, Italo Calvino, Andrea Zanzotto e Alda Merini (con cui è stata in scena nel 2004), è stata l'interprete prediletta di Astor Piazzolla, Morricone e Theodorakis hanno scritto per lei, ha interpretato il repertorio di Edith Piaf, dalla quale ha preso uno dei suoi grandi successi, "Milord" e Amalia Rodriguez.

La Pantera di Goro era diventata "La Rossa" come ricorda il titolo di un suo celebre album prodotto da Enzo Jannacci, una donna sofisticata, impegnata, molto consapevole di se, che si concedeva delle vacanze leggere nei varietà televisivi o nei festival tra un impegno e l'altro. Un altro incontro decisivo per lei è quello con Franco Battiato all'inizio degli anni '80: i due produrranno una trilogia, aperta dall'album "Milva e dintorni" ma non c'è dubbio che il frutto più bello e conosciuto della loro collaborazione sia "Alexanderplatz", un capolavoro di elettronica applicata alla canzone pop in cui Battiato, sfruttando la naturale teatralità della voce, da corpo alle inquietudini di quegli anni. Rimarrà uno dei più grandi successi della sua carriera, un pezzo che lei porterà in giro per il mondo. "Non conosco nessun patrizio", l'ultimo album della trilogia con Battiato è stato pubblicato nel 2010 proprio nell'anno in cui è stata insignita del titolo di Cavaliere della Legion d'Onore. Così come è tornata più volte a recitare con Strehler, si è calata nei panni di "Lulu" di Wedekind, è stata nei varietà del Sistina con Garinei e Giovannini in "Un mandarino per Teo" e "Mai di sabato signora Lisistrata" o in quelli della tv come "Al Paradise" o "Palcoscenico", ha cantato Berio e Battiato ma anche le canzone napoletane e ha inciso un duetto con Albano. Una figura storica della musica italiana, che ha cantato in tutto il mondo, nei teatri più importanti, che rappresenta un caso unico nelle vicende della nostra canzone perché ha saputo svincolarsi dalle convenzioni per raccogliere la sfida della Cultura. Si era ritirata dalla scene dal 2013, nel 2018 a Sanremo le è stato assegnato un premio alla carriera che è stato ritirato dalla figlia. Sarà per sempre ricordata come "La Rossa" della musica italiana.

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