La durissima mano dell'esercito era
stata preannunciata ieri sera dalla televisione di Stato, che
aveva messo in guardia i manifestanti dalla possibilità di
essere colpiti "alla testa e alla schiena". Il generale Min Aung
Hlaing, leader della giunta, ha invece affermato, durante la
parata del Giorno delle Forze Armate nella capitale Naypyidaw,
che i militari avrebbero "protetto il popolo e si sarebbero
battuti per la democrazia". Migliaia di persone sono scese
comunque in strada per protestare a Rangoon, Mandalay e in altre
città. Il portale di notizie Myanmar Now riporta che 91 persone
sarebbero state uccise oggi in tutto il Paese dalle forze di
sicurezza. A Mandalay hanno perso la vita 29 persone, tra cui un
bambino di 5 anni, almeno 24 a Rangoon. Altre uccisioni sono
state segnalate nella regione centrale di Sagaing, Lashio, Bago,
vicino a Rangoon e in altre località. Nella capitale economica
del Paese alcuni colpi di arma da fuoco hanno colpito il centro
culturale statunitense mentre dagli Stati Uniti arrivava
l'ennesimo monito all'esercito contro le uccisioni. Nessuno è
rimasto ferito ma è stata aperta un'indagine, ha detto il
portavoce dell'ambasciata americana Aryani Manring. Il generale
Min Aung Hlaing ha ribadito la promessa di elezioni, ma senza
indicare alcuna data, mostrando la massima determinazione a
prevenire qualsiasi interruzione della celebrazione, che
commemora l'inizio della resistenza all'occupazione giapponese
nel 1945. A guidarla era stato il padre di Aung San Suu Kyi,
tuttora agli arresti in una località segreta.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA