La Cina installerà una "linea di
separazione" sulla vetta del Monte Everest per evitare possibili
infezioni da Covid-19 da parte degli scalatori del Nepal, a
seguito delle diverse decine di casi registrati al campo base
del Paese vicino, alle prese con una nuova ondata di
coronavirus.
Sono più di una trentina, infatti, gli alpinisti ammalatisi
ed evacuati dal versante nepalese della vetta più alta del mondo
nelle ultime settimane, sollevando il timore che il virus possa
rovinare una stagione di arrampicate eccezionali del monte
Everest, al confine tra Cina e Nepal.
Le autorità tibetane hanno riferito che avrebbero preso le
"misure di prevenzione delle epidemie più rigorose" per evitare
il contatto tra alpinisti sui pendii nord e sud o in cima, ha
riferito domenica l'agenzia di stampa Xinhua.
A tal proposito, le guide alpine stabiliranno linee di
demarcazione, peraltro non meglio definite, sulla cima della
montagna prima di consentire agli alpinisti di iniziare la
scalata, in base a quanto detto dalla Tibet Mountaineering
Association: 21 alpinisti cinesi sono stati autorizzati a
scalare la vetta dell'Everest nel 2021 dopo essere stati in
quarantena in Tibet dall'inizio di aprile.
La parte cinese intensificherà anche le misure di controllo
del virus nel campo base cinese, sul lato settentrionale della
montagna, vietando l'ingresso ai turisti non scalatori nell'area
panoramica dell'Everest. Pechino ha vietato agli stranieri di
scalare l'Everest dallo scorso anno a causa della pandemia,
mentre il Nepal ha rilasciato un numero record di permessi nel
tentativo di risollevare la sua industria del turismo crollata
per il coronavirus.
Un solo permesso per l'Everest dal Nepal costa 11.000
dollari Usa, mentre gli scalatori pagano fino a 40.000 dollari
per una spedizione.
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