A una settimana dall'eruzione del
vulcano Taal, le autorità filippine hanno ordinato una stretta
alle brevi visite giornaliere nelle loro case da parte delle
110mila persone evacuate da una zona di 14 chilometri attorno
alla montagna. Il timore è che, nonostante la diminuita attività
dal giorno dell'eruzione, il vulcano si stia "ricaricando" per
un'esplosione ancora più grande.
"Abbiamo detto agli ufficiali della Protezione civile di non
permettere a nessuno di entrare nella zona di pericolo. E'
troppo pericoloso, abbiamo imposto una stretta", ha detto ai
giornalisti Epimaco Densing, sottosegretario del ministero
dell'Interno. Nonostante l'attività sismica del vulcano sia
calata stabilmente dal 12 gennaio, le emissioni di anidride
solforosa sono cresciute. Secondo l'Istituto di sismologia delle
Filippine, ciò potrebbe indicare una fase di ricarica del magma,
con conseguenze potenzialmente più disastrose della prima
eruzione.
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