"Io e Gianni eravamo una vera coppia,
ci compensavamo, come succede per le coppie vere. E' stata una
magia". Trattiene a stento le lacrime Renzo Arbore, raggiunto al
telefono dall'ANSA mentre è a casa Boncompagni, per portare il
suo abbraccio a Claudia, Paola e Barbara, figlie dell'amico
scomparso.
"Una magia nata tra i banchi di scuola - racconta Arbore - al
corso per maestri programmatori di musica leggera. Ci vantavamo
di essere gli ultimi entrati alla Rai per concorso, nel 1964".
Con Boncompagni "abbiamo rinnovato la radio: negli anni '60
sembrava la sorella vecchia della tv, destinata a essere
completamente soppiantata dalla radio come strumento residuale,
anziano. E invece con Bandiera gialla c'è stata la rivoluzione:
la radio è diventata la beniamina dei giovani e ancora oggi è
uno strumento che li appassiona. Con Gianni abbiamo inventato i
teenager e la cultura Beat. Tutto questo con la caparbietà, lo
sguardo verso il futuro, la voglia di non fare mai cose già
viste e già sentite che lui aveva".
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