La Procura generale della
Cassazione, accogliendo il ricorso di un indagato, ha stabilito
che dovrà essere la Procura della Repubblica di Roma a
continuare l'inchiesta sul petrolio, avviata dai pm di Potenza,
per la parte relativa agli affari del cosiddetto "quartierino
romano" e al filone siciliano. Resta invece a Potenza tutta la
parte relativa ai reati ambientali addebitati alle compagnie
petrolifere e alla realizzazione del Centro Oli di Tempa Rossa.
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