/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Calcio: Owen racconta del figlio cieco 'gli darei i miei occhi'

Calcio: Owen racconta del figlio cieco 'gli darei i miei occhi'

L'ex attaccante in un documentario rivela la malattia di James

LONDRA, 25 gennaio 2024, 18:54

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

-     RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Un documentario per raccontare una pagina triste e finora oscura di storia familiare, ma soprattutto per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla sindrome di Stargardt che rende chi ne soffre "clinicamente cieco": questo il destino di James Owen, figlio del Pallone d'Oro Michael, già centravanti di Liverpool, Real e Manchester United, Inghilterra. L'ex attaccante della nazionale inglese ha deciso di raccontare davanti alle telecamere la malattia alla retina, ancora incurabile, con la quale suo figlio è costretto a convinvere da quando aveva otto anni, e che lo ha portato ad una grave ipovisione.
    "Se potessi gli donerei i miei occhi - ha dichiarato Owen -.
    Come ogni genitore, vorrei poter eliminare tutti i problemi.
    All'inizio guardavo soprattutto gli aspetti negativi, ora siamo concentrati sulle carte che gli ha servito il destino, perché le usi al meglio". Sforzandosi di avere sempre un approccio positivo da trasmettere al figlio, oggi 18enne: "Continuiamo con la vita e ci divertiamo moltissimo. Ho molto di cui essere orgoglioso perché è diventato un ragazzo brillante".
    Owen ha anche ammesso di avere poca voglia di parlare in pubblico della patologia del figlio. "Quando mi chiedono se sia bravo nel giocare a calcio, rispondo che odia il pallone. Ho inventato decine di scuse nel corso degli anni per non affrontare l'argomento, che trovo noioso. Andiamo a letto ogni notte pregando che venga scoperta una terapia, ma preferisco concentrarmi sugli aspetti positivi, come quando devo fare il tassista per lui, e ne sono felice. Ci tiene vicini".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza