"Io resisto. Ho cominciato a subire
insulti razzisti quando avevo 8 anni, adesso ne ho 60 e ancora
ne subisco e soffro. E' una cosa che ferisce in qualsiasi
momento, a me è capitato di soffrire anche in questo auditorio,
e perfino oggi".
Nella sede della federcalcio brasiliana (Cbf) il presidente
dell'ente Ednaldo Rodrigues, che ha ascendenze sia indios che di
colore, si lascia andare a uno sfogo in occasione dell'annuncio
delle convocazioni delle Seleçao (due gli 'italiani', Danilo
della Juve e Ibanez della Roma), ancora senza ct, per le
amichevoli di giugno contro la Guinea in Spagna (in questa
occasione ci sarà anche un'iniziativa anti-razzismo, con
Vinicius) e con il Senegal in Portogallo.
Alla richiesta di precisare dove, oggi, Rodrigues sarebbe
stato fatto oggetto di insulti razzisti, il dirigente non
risponde, limitandosi a specificare di aver già interessato del
caso "il dipartimento giuridico di questa federazione".
"Bisogna fare qualcosa, anche qui metteremo fuori certa gente
- le parole di Rodrigues -, perché il razzismo è un crimine e i
razzisti non devono stare in mezzo alla gente perbene. Noi
abbiamo un gruppo di lavoro di 80 persone, ma certe cose non
cessano, il razzismo è dappertutto e anche qui in questo
momento. Ci sono razzisti anche tra i rappresentanti della
stampa, ovunque...Ma quando avvengono fatti del genere, quelli
che la subiscono non devono mettersi sotto il letto per la
paura, ma devono affrontarla. Il razzista deve essere
'abbattuto' perché sta commettendo un crimine"
"Noi lo stiamo dicendo da più di un anno - -conclude il
presidente della Cbf - e abbiamo sensibilizzato e fatto agire
Uefa, Conmebol e la federazione spagnola. Ma se dovremo ripetere
ancora una volta il nostro messaggio lo faremo. Per tutte le
volte che sarà necessario".
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