"Mauro era l'eroe di un calcio
romantico che non c'è più". Beppe Marotta, ad dell'Inter,
ricorda con emozione Bellugi, stopper degli anni '70, morto oggi
a 71 anni. E annuncia che domani nel derby la squadra nerazzurra
lo ricordera' con il lutto al braccio. "Ringrazio la Lega -dice
Marotta all'ANSA- che ci ha consentito di ricordarlo nell'unico
modo possibile, nella partita che è stata tante volte cruciale
nella sua carriera e che da lassù gli spiacerà non poter seguire
da vicino. Giocheremo col lutto al braccio e sarà osservato un
minuto di silenzio prima della gara".
Marotta ricorda Bellugi come simbolo di "un calcio romantico,
oramai passato: era fatto di grande passione e senso di
appartenenza da una parte, di mecenatismo e di proprietà
familiari dall'altra. C'è il famoso episodio della villa
regalatagli da Moratti come grande per riconoscimento al suo
attaccamento. I calciatori -prosegue Marotta- erano molto legati
alla maglia e alle famiglie proprietarie, il senso di
appartenenza nasceva dal legame con compagni, c'erano meno
trasferimenti".
Marotta svela poi un particolare su Bellugi, che il 22 dicembre
scorso aveva con coraggio raccontato di esser stato costretto
all'amputazione della gambe, per una grave malattia. "Ho avuto
modo di sentirlo settimana scorsa -racconta- pur avendo perso
gli arti inferiori aveva un entusiasmo eccezionale e una grande
voglia di essere ancora protagonista. Tant'è che gli avevamo
dato l'incarico di osservatore, 'guarda per noi più partite
possibili', gli avevo raccomandato. Lui però -conclude Marotta-
mi aveva confessato la sua tristezza dietro quell'infinito
coraggio. 'Sai - aveva detto - per un calciatore perdere le
gambe è come per un pianista perdere le mani".
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