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Nations League: L'Italia vince sull'Ungheria per 2-0

Nations League: L'Italia vince sull'Ungheria per 2-0

Gli Azzurri conquistano l'accesso alla Final Four

ROMA, 27 settembre 2022, 15:56

Redazione ANSA

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Ungheria-Italia © ANSA/EPA

Ungheria-Italia © ANSA/EPA
Ungheria-Italia © ANSA/EPA

Obiettivo final four centrato. L'Italia vince contro l'Ungheria, la scavalca in classifica e si qualifica per la fase finale della Nations League del prossimo mese di giugno.

Nell'anno del mancato Mondiale la squadra allenata da Roberto Mancini è comunque in corsa per un trofeo. Dopo la vittoria di San Siro contro l'Inghilterra gli azzurri si ripetono in quel di Budapest al termine di una partita fatta di grinta e sofferenza, soprattutto nel secondo tempo. Ancora Raspadori, a segno nel primo tempo, e poi Dimarco, regalano agli azzurri vittoria e qualificazione insieme alle parate di Gianluigi Donnarumma.

Come contro l'Inghilterra il ct conferma il 3-5-2 puntando su in mix tra giocatori esperti (Bonucci, Toloi, Acerbi e Jorginho) e giovani di belle speranze (Raspadori, Dimarco, Scamacca e Gnonto), quelli su cui punta per la ripartenza. A Budapest Mancini riconferma praticamente l'undici sceso in campo venerdì sera a San Siro ad eccezione di Scamacca. Al suo posto gioca Gnonto come partner di Raspadori. Conferme anche in casa Ungheria: Marco Rossi si affida a Nego e Szoboszlai alle spalle di capitan Adam Szalai (all'ultima partita con la sua nazionale, in lacrime all'inno ungherese ed acclamato dai 60mila della Puskas Arena) con Fiola e Kerkez sulle fasce. Ad assistere al match c'è anche il premier ungherese.

C'è anche il premier ungherese Viktor Orban (che oggi si è congratulato, via social, con la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni). Il clima alla Puskas Arena è di fair play: al momento dell'inno di Mameli, tutto lo stadio ha accompagnato la banda battendo le mani. Parte forte l'Ungheria che gia' dopo due minuti si rende pericolosa con una punizione sulla trequarti: il destro di Szoboszlai viene respinto in barriera da Acerbi, poi è Tolói a opporsi al secondo tentativo in volée del numero 10. Al 5' l'Italia va vicinissima al vantaggio: sugli sviluppi del corner, cross teso di Cristante, papera di Gulacsi che manca una facile presa, Attila Szalai spazza sulla linea. Dopo un avvio un po' complicato la squadra di Mancini ritrova le giuste distanze e mette in difficoltà l'Ungheria. Il vantaggio azzurro arriva poco prima della mezzora (27') e porta ancora la firma di Giacomo Raspadori: retropassaggio corto di Nagy, Gnonto vince il contrasto con Gulacsi, Raspadori insacca a porta vuota. Al 31' l'Italia con Di Lorenzo sfiora il raddoppio mentre la reazione dell'Ungheria non produce reali pericoli alla porta di Donnarumma.

L'Ungheria si rende pericolosa al 41' sugli sviluppi di un calcio di punizione di Szoboszlai, uscita a vuoto di Donnarumma, Orban rimette in mezzo ma Attila Szalai spreca una ghiotta occasione.

Nella ripresa Mancini sostituisce Acerbi con Bastoni, mentre Rossi manda in campo Styles per Nagy. Al 5' l'Ungheria va vicinissima al pareggio ma Donnarumma è provvidenziale nel neutralizzare l'attacco magiaro. L'Italia prova ad abbassare i ritmi ed al 7' su una ripartenza arriva il raddoppio azzurro: Barella rifinisce un'azione palla a terra col filtrante per l'inserimento in area di Cristante, che sceglie l'assist verso il secondo palo: Dimarco anticipa Négo e trova il tempo giusto per la deviazione vincente, mettendo a segno il gol numero 1.500 della nazionale italiana.

Al 10' altro intervento spettacolare di Donnarumma che riesce a chiudere la porta sul colpo di testa di Styles. Il portiere del Psg si ripete al 18'. L'Ungheria pressa alla ricerca del gol che potrebbe riaprire l'incontro mentre l'Italia fa fatica a gestire il pallone. Al 35' l'Ungheria reclama un calcio di rigore per un fallo in area sul neo entrato Adam, ma per l'arbitro e per il var non ci sono gli estremi per il penalty. Al 44' c'è il tempo per far esordire in azzurro anche Pasquale Mazzocchi della Salernitana.

Mancini: "Bene per 70', meno nel finale"
"Abbiamo fatto molto bene per 70', ma sono contento perché in quel periodo siamo stati bravissimi. Alla fine ci siamo fatti schiacciare e non mi sono piaciuti. Era importante qualificarsi, però il resto rimane, non c'è altro da fare. I ragazzi sono stati bravi a vincere un gruppo difficilissimo. Dobbiamo scavallare il mese di dicembre e basta". Così il ct degli azzurri Roberto Mancini, ai microfoni della Rai dopo la vittoria dell'Italia in Ungheria.

"Qualche giocatore che questa sera era seduto in panchina magari giocherà, il gruppo comunque è questo, anche se potrebbe aggiungersi qualcuno. Alla nuova Italia stiamo lavorando da un po' di tempo. Il modulo? Non ho un sistema di riferimento. Si può giocare in qualsiasi modo, basta allenarsi. In tanti sono abituati a questo modulo, cambia la difesa e qualcosa in attacco visto che i due giocano molto più vicini, è una buona possibilità avere due sistemi di gioco", ha poi aggiunto Roberto Mancini, parlando in conferenza stampa. "Quando si vince mi piace in ogni caso - spiega il ct -. Nel primo tempo abbiamo disputato una grande partita, fatta di palleggio e profondità; non va dimenticato che in avanti abbiamo due ragazzini che, se fra due anni mantengono le loro qualità, o le migliorano, diventano devastanti". "Ci sono partite in cui bisogna anche lottare: qui, a Budapest, c'erano 70 mila spettatori, a loro bastava il pareggio e dunque non era semplice vincere", conclude.

"Donnarumma: "Il Mondiale resta una ferita aperta"
"Questa qualificazione ci voleva proprio per restituire un po' d'entusiasmo, anche se non si può tornare indietro: la mancata qualificazione per il Mondiale è una ferita aperta. Bisognava ripartire, dovevamo farlo per tutta l'Italia e per chi credeva in noi. Siamo partiti bene con due vittorie, andiamo alle Final Four e cerchiamo di vincerle". Così Gianluigi Donnarumma dopo la vittoria a Budapest sull'Ungheria, parlando alla Rai. "Le partite come quelle di questa sera si preparano da sole, perché sono importanti, speciali - aggiunge -. Cerco di prepararle con tranquillità e serenità, ridendo e scherzando nello spogliatoi. Poi, quando si entra in campo, si pensa alla partita. A giugno ho commesso un errore che non dovevo fare. Ci ho lavorato, ne ho parlato col preparatore. Purtroppo può capitare, ma non deve capitare. Era una partita in discesa e l'ho ammazzata. Devo lavorare anche su quello".

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