Antonio Conte si sbraccia, si agita, telecomanda i suoi in campo, protesta con l'arbitro rischiando pure grosso, chiede ai suoi a gran voce di "usare la testa" dopo il gol dell'Atalanta. Anche a Bergamo, in sostanza, si è visto il solito Conte, altro che svogliato per la situazione tutt'altro che positiva in casa Inter. E forse anche per questo il tecnico nerazzurro, dopo il pareggio al Gewiss Stadium, non usa giri di parole per mettere nel mirino i suoi accusatori. "A chi parla di Conte con meno furore dico di togliere il vino a tavola. Magari anche il liquore dopo. Spero di non ascoltare altre fesserie come queste...", le sue parole a Sky nel post partita. Un Conte in versione "proibizionista" per le tante critiche ricevute, anche se ad oggi i risultati non sono dalla sua, con la peggior partenza dal 2016/17 (tre sole vittorie nelle prime dieci gare stagionali): servirà qualcosa di più alla ripresa dopo la sosta delle nazionali, quando Lukaku e compagni si giocheranno la qualificazione agli ottavi di Champions e dovranno anche ridurre il distacco dalla vetta della classifica.
Il tecnico interista intanto cerca di trovare il lato positivo, nonostante nelle ultime sette partite, individuando nell'assenza di "killer instinct" il problema della sua squadra.
"Oggi l'Atalanta deve parlare di un'Inter tosta in una gara in cui penso che meritassimo qualcosa in più. Abbiamo avuto l'occasione per chiudere il match, sicuramente in questo periodo ci sta mancando l'istinto killer", ha proseguito Conte.
"Abbiamo concesso pochissimo ad una squadra che l'anno scorso ha fatto più gol insieme a noi. Ora c'è da recuperare e da riposare, abbiamo recuperato tutti. Noi prepariamo le partite, poi tocca a chi va in campo gestire le situazioni nuove. Quando abbiamo preso il gol, c'è stato un attimo di sbandamento e non deve accadere". Ma, ha concluso Conte, "l'Inter nel giro di un anno è tornata a far paura": i risultati però ora devono arrivare.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA