Un nome per la sua successione ce l'ha ma non si sbilancia e intanto condanna quanti, come Raffaele Fitto o Gianfranco Fini hanno scelto una strada diversa da quella di Forza Italia o del Pdl. Sono "condannati all'irrilevanza".
Silvio Berlusconi è sempre all'attacco nella campagna elettorale per le prossime regionali e assicura: un riavvicinamento con Matteo Renzi non ci sarà.
Nuovo leader? Idea ce l'ho ma non mi sbilancio - Silvio Berlusconi preferisce non sbilanciarsi, nel corso di un'intervista a Radio Capital, su chi potrebbe essere il suo 'erede': "Non posso dire nessun nome anche se qualche speranza ce l'ho. Non bisogna bruciare nessuno". Ribadisce anche che nel progetto non ci saranno "i politici di professione, chi sceglie la politica per un personale tornaconto". Ma un'idea comunque ce l'ha: "Vorrei che tutti coloro che scendessero in campo con me pensassero all'impegno di dedicare una parte del loro tempo durante la settimana per aiutare i bisognosi e le persone anziane".
Fini-Alfano-Fitto condannati a irrilevanza - Fini, Alfano e Fitto? "Con i professionisti della politica come quelli citati non entro in polemica. Io ho in mente un grande progetto per il Paese, loro hanno ritenuto di avere un tornaconto nel fondare piccoli partiti di cui essere i leader, condannandosi così alla assoluta irrilevanza politica". Lo dice il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in un'intervista a Chi.
Non ci sono spazi per riavvicinamento con Renzi - Non credo ci siano spazi per un riavvicinamento politico a Renzi. Anche il comportamento del suo Governo con i pensionati non è condivisibile. Secondo la sentenza della Consulta il Governo deve restituire ai pensionati 16 miliardi di euro. Renzi ha dichiarato che ne verranno restituiti solo 2 ed ha voluto pure chiamarlo "bonus". Oltre il danno, la presa in giro". Lo dice Silvio Berlusconi in un'intervista a Chi. "Renzi si è presentato dicendo che mai e poi mai sarebbe andato al Governo se non tramite regolari elezioni democratiche. E, invece, che cosa è successo? É stato eletto sindaco di Firenze con soli 108 mila voti, poi attraverso un sistema ideato dalla sinistra, il sistema delle primarie, è diventato prima segretario del Partito Democratico e da lì si è, addirittura, autocatapultato a Palazzo Chigi. Alla prova dei fatti si è dimostrato molto bravo nel comunicare ma carente nelle cose concrete".
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