I primi 500 soldati israeliani saranno dispiegati da domenica in tutto Israele per assistere la polizia nelle operazioni per far rispettare le direttive emesse mercoledì scorso dal governo a contrasto della diffusione del coronavirus. E, contrariamente a quanto era apparso in un primo momento, secondo i media, saranno armati.
Non è stato spiegato cosa abbia spinto l'esercito a cambiare idea sull'armamento ma, a giudizio di analisti, la mossa sembra il primo passo verso il lockdown totale del paese al quale il governo di Benyamin Netanyahu sta pensando. In questo caso l'esercito schiererebbe altri 2-3 mila soldati con lo stesso compito. "Le truppe - ha spiegato il portavoce militare - saranno impiegate in base alle istruzioni emesse dal ministero della sanità". I militari - pari a 8 compagnie - provengono da varie basi di addestramento e saranno sparsi nei vari distretti di polizia in cui Israele è suddivisa, zone della Cisgiordania compresa. Le regole di ingaggio sono chiare: rinforzo degli agenti nel pattugliamento, nell'isolare e mettere in sicurezza alcune aree, nel blocco delle strade e nel rispetto della quarantena. "Le truppe - ha spiegato l'esercito - in questi giorni sono state ben addestrate per la loro missione e pronte ad operare tra la popolazione civile". Il coinvolgimento dell'esercito nella lotta all'infezione da Covid 19 è andato gradualmente aumentando in questi ultimi giorni, a partire dall'assistenza ai servizi di emergenza impegnati nell'aiuto ai malati e anche nel lavoro con le autorità locali
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