Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Elezioni, Renzi: 'E' Calenda che deve decidere su terzo polo con noi'

Elezioni, Renzi: 'E' Calenda che deve decidere su terzo polo con noi'

Il leader di Azione: 'Renzi? Ci siamo parlati ieri, ci riparliamo oggi. Quello che voglio è chiarezza sui temi e sui comportamenti'

ROMA, 09 agosto 2022, 11:51

Redazione ANSA

ANSACheck

Renzi in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Renzi in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Renzi in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Carlo Calenda e i suoi devono decidere se fare o no l'accordo con noi, se fare una lista unica. Noi siamo disponibili a stare in squadra perché il Terzo polo sarebbe la grande sorpresa delle elezioni e solo con un terzo Polo forte si potrà chiedere a Draghi di rimanere a Palazzo Chigi", ha detto Matteo Renzi parlando a Omnibus.

"Con Renzi ci siamo parlati ieri e ci riparleremo oggi. Ma quello che voglio è chiarezza sui temi e sui comportamenti. Ho deciso di dedicare questa parte della mia vita alla politica ma non ho intenzione di giorcamri la reputazione", ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda a Morning News su Canale 5. Per Calenda la questione della raccolta firme "pesa zero" spiegando: "ieri il Parlamento europeo ha mandato al Viminale la certificazione che io sono stato eletto in una lista composita, quindi non è un problema l'esenzione che è a piena norma di legge".

Carlo Calenda lancia la sua campagna elettorale che si chiamerà "Italia sul serio". Lo annuncia parlando a Canale 5 spiegando che con Matteo Renzi sono in corso contatti da ieri e ci saranno anche oggi. "L'importante - spiega - che ci sia chiarezza, che le cose siano fatte bene. L'obiettivo di Azione, se gli italiani gli daranno credito, sarà quello di "chiedere a Draghi di rimanere". Calenda risponde anche ad una domanda su Giorgia Meloni: "Ha un problema di preparazione", dice riferendosi alla possibilità che possa diventare presidente del Consiglio. "Non penso che sia fascista - aggiunge - ma non ha mai detto la parola definitiva su questo tema, con il rischio di finire nella serie C dell'Europa, che sarebbe gravissimo". Il leader di Azione ritorna anche sui rapporti con Enrico Letta dicendosi "dispiaciuto" per la rottura con il Pd. "Ma c'era nell'alleanza una classe dirigente ex M5s, come Di Maio e Di Stefano - aggiunge - impresentabile". Per non parlare del rapporto con la sinistra di Fratoianni. "Quello che ,manca nella politica è la nettezza", dice ancora spiegando che lui ci sta provando ad esserlo da "uomo libero". "Ci presenteremo con un programma molto chiaro e di buon senso che ricalcherà il discorso fatto da Mario Draghi al Senato".

"Ripeto, se non addirittura prima, immediatamente dopo il ⁦Pd riaprirà ai 5S. Vedrete quanto ci metteranno i binari a riincrociarsi", ha scritto su Twitter.

 "Una delle regole più scontate, soprattutto quando si rompe di colpo un'alleanza, è cercare di seminare zizzania nel campo avverso. Ho il timore che a questo sia dedito Calenda che prima ha più volte sottolineato di avere telefonato a me e non a Letta e ora ammicca addirittura al fatto che io avrei 'capito perfettamente' le sue ragioni". Lo dice all'Ansa il ministro della Cultura, Dario Franceschini (Pd). "In effetti ho capito le sue motivazioni, totalmente sbagliate, e quando, nel corso di quella telefonata, ho cercato di parlarne, mi ha bloccato dicendo: non ho chiamato per discutere ma per comunicare una decisione già presa".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza